Di Fausta Testaj’
“Le donne non fanno la guerra” fa dire Tolstoj a un personaggio in “Guerra e Pace”, a smentirlo il film
“Girasoli” prima regia della modella e attrice Rumena Catrinel Marlon. Il titolo di questo lungometraggio
da definire romantico/drammatico , prende spunto dai malati psichiatrici cui era concessa la facoltà di
muoversi liberamente senza alcuna limitazione o costrizione una, se così si può definire, condizione
privilegiata rispetto agli altri pazienti. I bambini del Padiglione 90, su cui la regista si sofferma, non sono
affetti da particolari patologie psichiatriche, la maggior parte sono bambini orfani o figli di madri single
abbandonati in manicomio nella speranza un giorno di uscirne. I protagonisti principali sono Lucia
interpretata da una coinvolgente Gaia Giraci, la giovane infermiera Anna interpretata da una ormai
conferma, Maria Rosaria Mingione, la Psichiatra Maria d’Amico un’incantevole Monica Guerritore e lo
psichiatra Dott. Gentile un convincente Pietro Ragusa. Il film è ambientato nel 1965, quando ancora i
manicomi non erano stati chiusi per merito della legge 180, approvata il 13 maggio 1978, scritta e
promossa dal Deputato DC e psichiatra Bruno Orsin, denominata in onore dello psichiatra e neurologo
Franco Basaglia “Legge Basaglia”, che ridefinisce la concezione di malattia mentale, mettendo la persona al
centro della cura. La Marlon co-sceneggiatrice del film insieme a Francesca Nozzolillo e l’esperta Heidrun
Schleef, cerca di trattare al meglio anche, la solidarietà femminile e l’amore che casualmente nasce tra la
giovane infermiera Anna, con un passato in orfanotrofio, e la quindicenne shizofrenica Lucia, prendendo
spunto, come da lei stessa raccontato, da vicende autobiografiche, le esperienze di una sua zia(a sua volta
cresciuta in orfanotrofio) , tutta la vicenda invece è ispirata dalle arretratezze nelle cure dei malati mentali
che ancora si esercitano in Romania. Il lungometraggio, ancora destinato esclusivamente ai Festival
Cinematografici, fa onore ai cent’anni dalla morte di Franco Basaglia soprattutto con il personaggio della
Psichiatra Maria D’Amico (operante nel padiglione dove sono ospitati i pazienti più giovani), che entra in
“guerra”con il collega Dott. Gentile reo di essere a favore dei lacci di contenimento, delle camice di forza,
degli psicofarmaci, degli elettroshock, della lobotomia, la D’Amico concentra la sua attenzione sull’
adolescente Lucia e con l’aiuto dell’infermiera Anna riesce a strapparla dalle cure incentrate sui vecchi
metodi, del suo collega. Il direttore della fotografia Fabio Zamarion(che ha collaborato a molti film di G.
Tornatore) e la scenografo Tonino Zera, nonostante il basso budget, fanno di tutto per ricreare al meglio,
l’incubo dei corridoi dai muri scrostati dei manicomi tra i quali rimbombano le grida dei bambini del
padiglione novanta. Con il capo reparto , Carlo, che cerca di insidiare la giovane Anna,si tocca anche il
tema del machismo, ma tutto con un pudore più da fiction televisiva. La regista ha scelto di non fare
emergere, durante tutto il racconto, troppa brutalità a discapito di una ancora più forte tensione emotiva
che poteva emergere dal soggetto trattato. Pur non essendo un’operazione non riuscita, il film è destinato
a piacere più a un pubblico generalista che ad uno abituato alle sale d’essai. “Girasoli” è una coproduzione
Italia- Romania e Belgio , Masi Film con RAI Cinema, Mobra Film.