Che un cardiologo, con l’esperienza reale di cosa significhi “avere un cuore in
mano”, scriva un libro dedicato all’esperienza umana, ma quasi sovrannaturale,
del trapianto di cuore, non parrebbe strano. Benché sia alternativamente
considerato il fulcro sentimentale del corpo umano, per un medico vicino alla
realtà dei trapianti, può anche accadere che lo ritenga – “soltanto” – il motore del
nostro organismo, indispensabile per la circolazione del sangue. I poeti hanno
smesso da un po’ (almeno alcuni), di fare rima cuore/amore. Abbiamo appreso
a spostare l’attenzione verso l’anima, la coscienza e altri termini più
metafisico/filosofici. Resta il fatto che questo nostro cuore che batte in petto ha –
davvero – l’abitudine di “farsi sentire”, quando l’emozione ci tocca
profondamente. Tuttavia sembra, almeno all’inizio della nostra storia, che il
Dott. Michele Santonicola, esimio medico, “re dei trapianti di cuore”, al suo, di
cuore, non abbia mai dato troppa importanza. Neanche all’anima, alla
coscienza, o a qualsiasi emozione sentimentale capace di scuoterlo dalla sua
abitudine a vivere “un palmo da terra”, senza lasciarsi coinvolgere nei
sentimenti. Il lettore del romanzo, avendo capito che lo scrittore è anch’egli un
medico specialista in cardiologia, non può – evidentemente – esimersi dal
domandarsi se il personaggio descritto nel libro non abbia qualcosa in comune
con l’autore, ossia un uomo che, come medico, predilige la medicina divulgativa
e in tal senso è l’artefice di articoli a carattere medico/scientifico ed interventi
anche sul Web. Appassionato di lettura, quindi essere umano colto e raffinato.
Senza contare che anche dal punto di vista fisico lo si potrebbe avvicinare al
personaggio della storia: “È bello, e sa di esserlo!” Sarà il titolo di un articolo
che lo riguarda. Intanto l’autore ci conduce per mano alla conoscenza sempre
più precisa di questo individuo. I suoi gusti e interessi in fatto di spumanti, vini,
cibi raffinati, auto e donne sono esplicitati, nell’ordine, si direbbe. Perché il
grande medico (il personaggio), decisamente ama vivere bene, però, pur
intessendo una storia sentimentale al di fuori del matrimonio, preferisce
mantenerla sempre un tantino a distanza dal suo… cuore.
I personaggi nello scorrere della lettura si materializzano con precisione.
L’autore ce li presenta, di volta in volta, arricchendo così l’interesse, perché, sì:
ciascuno di questi ha una sua storia di cui alcune collegate al bel cardiochirurgo
ed altri – si direbbe – del tutto lontani da lui.
Dicevamo descritti e questo fa riflettere sulla capacità del medico – quello vero –
il quale ha saputo entrare nell’animo di ciascun personaggio e ce li regala con
un’abilità che stupisce un po’, venendo a conoscenza del fatto che si tratti del
suo primo romanzo. Si diviene curiosi: c’è forse un fondo di realtà nell’intera
narrazione? Il nostro autore ha conosciuto – davvero – queste persone? Ha
forse effettuato un transfert di emozioni e persone conosciute nella sua vita di
ogni giorno nel suo “Le sospensioni”?
Non si dispiaccia chi mi legge: me ne guardo bene dal raccontare cosa capiti al
personaggio Michele Santonicola” e a quanti, nel corso dell’avventura vissuta,
sono entrati prepotentemente nella sua vita algida, modificandola e
costringendolo ad un’immersione nell’emozione. Non sarebbe giusto.
Torniamo allo scorrere della narrazione: ogni nuovo soggetto “creato dalla
penna” del nostro autore, s’individua per gli stimoli economici e sociali che lo
caratterizzano, ma anche per la personalità che viene fuori sia dai pensieri che
lo accompagnano sia dall’espressione linguistica. Difatti ritroviamo in alcun di
questi, dialetti ben lontani dall’italiano perfetto e un pochino asettico con cui si
esprime il personaggio principale. Sembra che, persino nel parlare, voglia
essere cauto, non esporsi troppo, non lasciarsi coinvolgere. Ha paura. Di cosa?
È davvero un uomo soddisfatto? Realizzato? Cinico? Che ha scelto la
professione con cui avrebbe raggiunto fama e denaro per sentirsi protetto da
tutto?
La moglie, l’amante, una figlia che poco conosce, i colleghi che non lo amano,
la vita senza scosse emozionali, l’autista mantenuto a cortese distanza,
assolvono davvero il compito di rassicurarlo, evitargli scosse di ogni tipo,
permettergli di non amare e, quindi, non essere a rischio di sofferenza?
La vita, si sa, offre molte sorprese.
Intanto noi lettori ci incuriosiamo pensando all’autore, chiedendoci se anche lui
ha “un ciuffo di capelli bianchi che gli piove sulla fronte” e l’abitudine a
mantenersi distaccato dalle cose del mondo.
Di lui sappiamo che è membro della Giuria di lettori del Premio Napoli e ama
Sciascia, Buzzati, Simenon e Camilleri. Questo suo “Le sospensioni”, Europa
Edizioni del 2023, è dunque “nuovo nuovo” nella narrativa contemporanea e
varrebbe davvero l’acquisto per scoprire cosa accade al dottor Santonicola di
così eclatante e sorprendente dal fare sì che la sua vita di quasi sessantenne
sia modificata al punto di sorprendere il lettore. Di certo occorre dire che il
medico – quello vero – è riuscito ad accompagnare chi legge il romanzo senza
scosse nel percorso narrativo che si era prefisso, dandoci la sensazione che
ogni filo sospeso trovi la giusta collocazione in un finale che, se anche ci mette
di fronte alle tragedie nascoste dietro i trapianti di organi, offre in alternativa
soddisfazione e realizza i desideri e le speranze dei nostri piccoli e grandi eroi.
Piccoli e grandi eroi della vita, molto realistici, lanciati nel tentativo di
concretizzare il mondo sociale ed affettivo che appartiene a loro e non essere –
invece – risucchiati da un mondo che non sempre offre possibilità di vittoria.
Bianca Fasano