La nota egemonica di questa raccolta del poeta Mario Longobardi è l’amore, che in queste poesie non appare sofferto, disperato e disilluso, come nelle precedenti. Tutte le liriche ricevono anima dall’amore: c’è in esse un’espansione di gioia, gridata con tutta l’anima. L’accenno alla morte (Funerale, Ll’urdemo vaso) è solo fugace: subito riscoppia la gioia per la vita, perché l’amore, come la vita, è gioco ed abbandono.
Le liriche traboccano di passione: anche nella notte la vita palpita e il cuore ha più forti battiti (‘A stella). Alcune ricordano nel titolo famose canzoni dell’ Ottocento da Jesce sole a Nu vasillo (‘A vucchella di D’Annunzio-Tosti). Ma solo nel titolo perché esse hanno uno sviluppo personale ed originale. L’amore non è solo rapimento e passione per la femminilità ma anche amore in senso lato per la famiglia: i genitori e i figli. In particolare l’amore per la madre si traduce in struggimento per la sua mancanza. Sono davvero inni all’amore quelli che scaturiscono dall’ispirazione poetica di Mario Longobardi. Le sue liriche, di rara semplicità, sembrano librarsi nel vento, leggere ed evanescenti.
Anna Maria Cianfrani
Nota sull’Autore
Longobardi Mario è nato a Pompei il 06 novembre 1963, attualmente risiede a Torre Annunziata in provincia di Napoli, da sempre innamorato della cultura napoletana e della filosofia epicurea del popolo vesuviano.
Appassionato di musica, di teatro, e dei grandi autori partenopei.
Dello stesso autore:
Penziere d’ammore, poesie; tradotto anche in spagnolo col titolo: Pensamientos de amor;
e in portoghese col titolo: Pensamentos de amor;
Ll’ammore e…, racconti;
Canto ll’ammore,poesie; tradotto in portoghese col titolo: Canto amor;
Suspire d’ammore,poesie; tradotto in portoghese col titolo: Suspiros de amor;
Chiacchiere, ammore e babà, racconti;
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