In scena dal 28 febbraio al Teatro San Ferdinando di Napoli “Il paese di cuccagna” del regista Paolo Colletta, liberamente ispirato al romanzo omonimo di Matilde Serao. Uscito prima a puntate sulle pagine del Mattino e quindi in volume nel 1891, Il paese di cuccagna è un grande affresco del capoluogo campano, immortalato alla fine dell’’800, con cui la Serao continua e completa il percorso iniziato con Il ventre di Napoli e proseguito con Terno secco. Al centro dell’opera c’è Napoli, la sua gente e il gioco del Lotto. Il gioco come valvola di sfogo quotidiana e possibilità di riscatto, ma anche causa della rovina materiale e morale dell’individuo, deriva dei sogni di facile arricchimento. Il paese di cuccagna è, nell’immaginario collettivo, l’Eden, la terra del benessere che tutti vorrebbero in un sol colpo raggiungere. La miseria non ferma la fantasia dei napoletani, anzi ne acuisce la proverbiale arte di arrangiarsi.
Paolo Coletta lavora sull’adattamento per la scena e sta sviluppando un testo che avrà il suo compimento in una forma di teatro con forti componenti musicali e con il contributo di parti cantate o a ‘tempo’. La messinscena, a partire dalla scrittura, rinuncerà a inseguire la linearità del racconto, cercando di isolare le storie individuali dei personaggi principali, circoscrivendole all’unica realtà rappresentabile scenicamente che è quella di un presente simbolico. Vedremo quindi vivere i protagonisti del romanzo, cercando di prediligere le relazioni e i comportamenti che condurranno ciascuno di loro alla rovina, piuttosto che l’oleografia del catalogo dei caratteri legati alla nostra città.
Repliche fino al 10 marzo.