Fisco che oppressione! Babbo Natale pensaci tu, sembrerebbe dire quel 34% di italiani (ben 16,3 milioni) che vorrebbe vedere diminuire l’imposizione sui redditi (Irpef), mentre il 19% vorrebbe vedere detassate le tredicesime. Quota identica a chi invece vorrebbe che fosse piu’ leggera la prossima tassa su servizi e rifiuti, mentre il 14% e il 12% auspicano, rispettivamente, che l’Iva torni al 20% e che si fermino gli incrementi delle accise (problema che secondo il sondaggio sta a cuore soprattutto ai giovani, con evidente riferimento soprattutto ai carburanti). E, stando alla rilevazione di Confesercenti, solo 2 italiani su 10 pensano che questo Natale sara’ migliore dello scorso anno. Al desiderio di piu’ lavoro e di redditi meno tartassati fa da contraltare l’aumento della difficolta’ percepita per queste feste. Eppure piu’ di un italiano su due (il 54%) definisce il Natale 2013 come di speranza. Un sentimento che nasce dall’attesa per qualche segnale di ripresa nel 2014 e che vede come capofila la parte piu’ anziana della popolazione (quasi il 70%) mentre si nota meno slancio fra i giovani ventenni (51%). Un dato, quel 54%, che risente comunque della mancanza di un clima di fiducia reale e che quindi risulta in leggero calo del 3% rispetto al pur ‘terribile’ 2012. La quota persa dagli ottimisti si trasferisce a chi definisce il periodo ‘difficile’ che raggiunge ormai il 22% e raccoglie le preoccupazioni soprattutto dei trentenni e dei quarantenni.
Ma cresce anche il numero dei nostri concittadini che vorrebbe scommettere su un Natale ‘di rilancio’, in questo caso invece ad esserne convinta e’ la parte piu’ giovane della popolazione, che passa dal 4 al 7% del totale. Per quanto riguarda le aspettative delle feste natalizie la maggioranza, il 46%, non vede variazioni (era il 40% nel 2012). Solo il 21%, soprattutto giovani, ritiene che questo sara’ un Natale migliore (1% in meno rispetto al 2012) mentre cala nettamente (dal 38% al 32%)il numero di coloro, prevalentemente quarantenni, che lo ritengono peggiore. Il clima di difficolta’, prosegue Confesercenti, nasce da un evidente disagio: secondo i dati del sondaggio, quest’anno solo il 54% degli italiani (26 milioni) segnala di riuscire a far fronte senza problemi alle spese di famiglia fino alla fine del mese. Una percentuale in calo del 5% rispetto al 2012 e addirittura del 18% rispetto al 2010 (agli inizi dell’acuirsi della crisi economica italiana), quando ce la faceva il 72%. S’infoltisce il gruppo di coloro che arrivano a fatica fino alla terza settimana (il 32%, in salita del 4% sullo scorso anno) ma ci sono anche ben 6,7 milioni che confessano di farcela solo fino alla seconda (il 14%, +1% rispetto al 2012).
A pesare sulla spesa, spiega il sondaggio di Confesercenti, e’ soprattutto la situazione economica personale, che il 24% – l’8% in piu’ dello scorso anno – indica come fattore condizionante. Al secondo posto le tasse, indicate dal 21% (+3% su 2012). La mancanza di fondi crea preoccupazione sui prezzi per il 21% (+6% rispetto allo scorso anno) degli italiani, specialmente i piu’ giovani, mentre i rimanenti si dividono tra incertezza sul futuro (14%), erosione del risparmio (10%) e preoccupazione per il posto del lavoro (+8%). L’utilita’ e’ il primo criterio di scelta degli italiani che si accingono a comprare i regali per questo Natale. Quasi 6 su 10 (il 58%) regalera’ solo doni utili, mentre il 30%, vale a dire 14,4 milioni, virera’ su piccoli regali simbolici. L’11% segnala invece che si orientera’ solo sui prodotti scontati, mentre il 10% solo su quelli di qualita’. E’ solo dell’1%, pari a 500mila persone, invece, la pattuglia di chi comprera’ senza badare a spese. Oltre ai pensieri utili, gli italiani si regaleranno i prodotti piu’ sacrificati durante la crisi. Crescono infatti gli acquisti di abbigliamento, settore che durante l’anno ha visto un pesante calo dei consumi: a Natale verranno scelti, per se’ o per fare un regalo, dal 56% (+2% sul 2012) del campione intervistato. In aumento anche gli acquisti di gioielli (+1%). Rimane gettonatissimo e stabile il regalo alimentare – cibo o vino – scelto dall’82% del campione, cosi’ come i giocattoli (45%) e l’informatica: i prodotti tecnologici saranno acquistati dal 27% degli italiani, la stessa quota dello scorso anno. Calano invece i viaggi scelti dall’11% (-3% su 2012) dove spicca pero’ la ricerca di arricchimento culturale che smentirebbe il detto ”con la cultura non si mangia”, i libri (acquistati dal 53%, mentre nel 2012 si era al 55%) e gli elettrodomestici (16%, era il 18%). Evidente lo scarto fra chi non percepisce la tredicesima e chi invece puo’ contare su di essa (la tredicesima ”vale” in termini di acquisti tre punti in piu’ su cibo e vino salendo dall’82% fino all’85% e ben cinque punti in piu’ per l’abbigliamento salendo dal 56% al 61%).