La superficialità con cui i nostri amministratori istituzionali  parlano e trattano i nostri beni culturali anche quelli di altissimo livello artistico e storico come l’Annunziata di Antonello da Messina, mi lascia alquanto sconcertato.  L’Annunziata,  che potremmo paragonare alla Gioconda, di Leonardo da Vinci,  per il suo alto pregio artistico e per  la sua eterea bellezza (e per il fatto, non secondario,  che l’opera è stata realizzata dal più grande artista siciliano e tra i più grandi al mondo di tutti i tempi  ed esposta in quello che, nel suo piccolo, potremmo definire il Louvre di Sicilia, ovvero il Museo regionale di Palazzo Abatellis) non è meno delicata e fragile della stessa Monnalisa. Eppure la differenza tra le due magnifiche opere non sta nella loro incontestabile grandiosità ma nel fatto che se chi amministra il Louvre ci tiene a salvaguardare la Gioconda al contrario dell’ Assessore regionale alla Cultura, il quinto in soli  tre anni,  che,  senza alcuna considerazione sulla fragilità dell’opera né tanto meno sul Museo in questione, in quanto l’Annunziata è l’opera di massima attrazione dello stesso,  esprime, a mio avviso,  in modo superficiale la sua opinione su un possibile trasferimento dell’Annunziata in un altro sito museale in altra regione anche se per un tempo limitato. Come si fa poi a dire che tale opera farà da richiamo per eventuali potenziali visitatori quando gli stessi  avranno la possibilità di vederla esposta in altro museo ed in altre regioni? Un altro inconsitente motivo che non sta nè in cielo nè in terra e che vorrebbe giustificare il prestito dell’opera. 

Ecco cosa ha risposto il direttore del dipartimento “Pitture” Vincent Pomarende del Museo del Louvre al Comitato Nazionale per la Valorizzazione dei Beni storici, culturali e ambientali di Firenze che in occasione del centenario del ritrovamento del dipinto trafugato “…il quadro è estremamente fragile ed un viaggio rischierebbe di causare danni irreversibili. Un trasporto è assolutamente inimmaginabile perchè non riusciremmo ad avere un controllo della temperatura così ottimale, anche all’interno di casse climatizzate. Le vibrazioni sarebbero molto nocive per il quadro. Si prenderebbero rischi troppo grandi a prestarlo“.

Ecco invece cosa risponde l’avvocato Vermiglio Assessore ai beni culturali a chi si oppone all’espatrio dell’Annunziata: “ Occorre aprirsi al mondo, basta pensare ad una tutela a fine  a se stessa” . Ovvero, mi permetto di decifrare,  la Sicilia essendo fuori dal mondo deve esportare i suoi beni preziosi; che poi grazie a queste decine di migliaia di visitatori arrivano ogni anno  in Sicilia sarebbe del tutto secondario, e come se non bastasse afferma che non è primaria la salvaguardia dell’opera rispetto al suo sfruttamento essendo del tutto superfluo “pensare ad una tutela fine a se stessa” aggiungo senza pensare ad una sua monetizzazione,  come se tutelare un’opera d’arte non fosse fatto per salvaguardare la stessa opera per i secoli futuri ma per altri scopi.

 Ma mi chiedo un Assessore ai beni culturali di qualsiasi regione dovrebbe sapere distinguere un bene culturale da salvaguardare e conservare scrupolosamente per le prossime generazioni da un reperto di scambio e di poco valore?!?

 

Alfio Lisi

Artista siciliano