È l’unico capo del governo che qui il popolo leghista è disposto a riconoscere. “Salvini premier” era in campagna elettorale e “Salvini premier” è rimasto anche ora che un governo è nato e a guidarlo sarebbe Giuseppe Conte. II pratone di Pontida che fu “sacro” per Bossi è costellato di bandieroni e striscioni in blu “trumpiano” con quella scritta in bianco a titoli cubitali: Salvini premier. «Un capitano, c’è solo un capitano. Un presidente, c’è solo un presidente» cantano in coro, alle 20, i giovani padani accampati in tenda, mentre il loro Matteo li va a salutare uno per uno. E’ la vigilia della prima adunata leghista dell’era di governo giallo-verde, la prima che accoglierà le carovane di pullman da Calabria, Sicilia e Puglia, con stand di quelle regioni un tempo ostili. Dopo oltre 25 anni è la prima Pontida con la Lega che i sondaggi sparano oltre quota 30%, grazie alla campagna da “sceriffo” del Mediterraneo del capo del Viminale. E dunque, guerra alle Ong e porti chiusi, con buona pace di Roberto Fico «che parla a titolo personale». Del resto “la pacchia è strafinita” è una delle magliettine più vendute tra i gadget del banco Lega Giovani. Perchè soffia quel vento lì, da queste parti, lo stesso che ha portato in poche settimane il partito a percentuali mai immaginate. «Il mio obiettivo è trasformarci in una forza europea, in una forza internazionale – dice il segretario passeggiando e stringendo mani – una forza che superi i confini nazionali e porti libertà, lavoro e sicurezza a tutti i popoli europei». Tra meno di un anno si voterà per le Europee e il Salvini di governo si gioca li la sua vera partita, non dice se pensa a un partito transnazionale o a una confederazione di partiti.