«La certificazione verde attestante l’avvenuta vaccinazione – ha spiegato il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri durante un’audizione alla commissione Sanità del Senato – ha una validità di sei mesi ed è rilasciata in formato cartaceo odigitale su richiesta dell’interessatodalla struttura sanitaria che effettua la vaccinazione. Contestualmente al rilascio la struttura sanitaria provvede a rendere disponibile la certificazione nel Fascicolo sanitario elettronico dell’interessato.
La certificazione verde di guarigione ha una validità di sei mesi ed è rilasciata in formato cartaceo o digitale dalla struttura presso cui è avvenuto il ricovero, ovvero per i pazienti non ricoverati dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta ed è resa disponibile nel Fascicolo sanitario elettronico dell’interessato. La certificazione cessa di avere validità qualora nel periodo di vigenza semestrale l’interessato diventi positivo». Sileri si è anche vantato del fatto che sul certificato verde «siamo in anticipo rispetto ad altri Paesi europei e
siamo in ritardo rispetto ad Israele, ma Israele ha finito la vaccinazione un mese e mezzo prima di noi.
Credo che per quanto riguarda l’Italia tutto questo diventerà realtà immagino entro un mese da oggi, secondo me molto prima almeno per il certificato cartaceo di avvenuta vaccinazione, di avvenuta guarigione o Covid free al test, che diventerà una realtà da qui a qualche giorno. Per il certificato digitale servirà più tempo». Ci sono però aspetti ancora da chiarire: «Le domande su quarantena con il certificato, mascherine e distanziamento troveranno risposte in successive circolari al momento dell’introduzione del certificato». Va detto che il vaccino Sputnik non sarà valido per il green pass. «La certificazione
verde – spiega Sileri – viene rilasciata in base al diritto vigente negli Stati membri dell’Ue, dovranno essere valutate le certificazioni rila-sciate da uno Stato terzo. In questo momento lo Sputnik non è riconosciuto dall’Ema. Si potrà riconoscere la certificazione verde con la valutazione del medico competente dell’assetto immunologico di chi ha fatto quel determinato vacci-
no». C’è poi il fronte europeo: «È necessario che vi sia interoperabilità del certificato tra i Paesi Ue. Con decreto saranno individuate le specifiche tecniche per assicurare l’interoperabilità delle certificazioni verdi Covid-19 e tra la piattaforma nazionale e le analoghe piattaforme degli altri Stati membri. Con lo stesso decreto saranno stabilite le misure per assicurare la protezione dei dati personali contenuti nelle certificazioni e la struttura del codice univoco e del codice a sbarre interoperabile che consente di verificare l’aggiornamento dei dati, l’integrità delle schede e l’autenticità».