Non siamo borbonici. Non sogniamo il ritorno della monarchia. Ma ci sono storie che la storia ufficiale non racconta. La storia di una vera e propria guerra civile durata dieci anni e che ha segnato profondamente il nostro Paese subito dopo l’Unità. All’epoca, i vincitori, la liquidarono come una storia di “briganti”, la lotta contro l’invasore borbonico ridotta a una vicenda di ladrocini e saccheggi. Come se il Sud non fosse in grado di esprimere una propria identità e un proprio progetto politico. In questi post vogliamo, invece, ricordare le vicende e le storie di una vera e propria guerra, che ha visto un popolo sconfitto e un altro dominatore. La storia la scrivono i vinti. Ma agli storici e ai giornalisti spetta il compito di ricordare e valutare. Solo così si recupera la memoria storica di una nazione. E, soprattutto, si può evitare di rifare gli stessi errori del passato.
La battaglia di Caiazzo
L’esercito era appoggiato sulla linea del fiume e si proteggeva con la fortezza di Capua. Ritucci preferiva una marcia diretta sulla capitale, ma alla fine prevalse l’orientamento di altri generali e del re: distruggere l’esercito nemico schierato tra Santa Maria Capua Vetere, Castel Morrone-Maddaloni e Caserta. L’obiettivo era spezzarne le linee e disperdere i garibaldini, utilizzando più di ventimila uomini. Il 1° ottobre le truppe attaccarono. I borbonici ottennero dei successi circoscritti, anche se non mancarono le solite rivalità, e in nessun caso riuscirono a rompere la linea nemica. Quando intervenne la riserva garibaldina, il loro slancio era svanito. Alla sera avevano perso tutte le posizioni guadagnate e tornarono indietro, ma non lasciarono il fronte, sperando in una pronta rivincita. Il clamoroso errore del colonnello Giuseppe Ruiz de Ballesteros, che si fermò a Caserta Vecchia, mentre il resto dell’esercito tornava sulle linee di partenza, determinò la sconfitta. Fu circondato dalle truppe garibaldine. Il maggiore Nicoletti si arrese con 77 ufficiali e 2.012 soldati. I borbonici avevano perso circa 3.300 uomini, i garibaldini almeno 2.400.