“La guerra del latte si allarga a macchia d’olio nelle diverse regioni italiane con gli allevatori che si mobilitano nel centri commerciali e nei supermercati per fare conoscere ai cittadini i motivi della mobilitazione che sta impegnando decine di migliaia di allevatori per impedire la chiusura delle stalle e gli effetti irreversibili sull’occupazione, sull’economia, sull’ambiente e sulla qualità dei prodotti.
Dalla Liguria alla Calabria, dall’Abruzzo alla Campania, dalla Basilicata alla Sardegna, dall’Umbria fino al Friuli sono numerose le iniziative degli allevatori della Coldiretti.
Dalla mattina alle 9,30 di domani mercoledì 11 novembre i presidi si estendono a Cagliari dove l’appuntamento è al Conad di Via dei Valenzani a Cosenza all’Iper Carrefour Zumpano in Via Marino mentre a Potenza al Crai di Via Messina, a Genova in via Milano nel centro commerciale terminal traghetti porto (Coop “A. Negro”), a Perugia nel piazzale esterno del Centro commerciale Collestrada di via Valtiera 181, a San Giovanni Teatino (Chieti) in Via Po’ nel Centro Commerciale d’Abruzzo (Ipercoop) e a Udine in piazza Lionello.
Massiccia la presenza in Campania dove la Coldiretti sarà presente a Napoli nei Carrefour di Corso Europa e Corso Vittorio Emanuele, nei Conad di via Cilea e di via Arenaccia e nel Sigma di via Cilea. Ad Avellino presidio nel centro commerciale Ipercoop di via S.Pescatori contrada Baccanico, a Benevento nel Conad City di via Errico Cocchia, a Caserta nel Carrefour di via Cesare Battisti e a Pontecagnano (Salerno) al centro commerciale Maxmall Carrefour di via Pacinotti.
Tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia sono stranieri mentre la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, ma nessuno lo sa perché non è obbligatorio riportarlo in etichetta. E’ quanto emerge dal dossier presentato dalla Coldiretti “la guerra del latte” che si è estesa con decine di migliaia di allevatori dalle industrie ai supermercati delle grandi città da Roma a Torino, da Bologna a Venezia, da Bari a Milano, dove sono state portate anche le mucche a rischio di estinzione perché gli allevatori non riescono piu’ a mantenerle.
Dalle frontiere italiane – sottolinea la Coldiretti – passano ogni giorno 3,5 milioni di litri di latte sterile, ma anche concentrati, cagliate, semilavorati e polveri per essere imbustati o trasformati industrialmente e diventare magicamente mozzarelle, formaggi o latte italiani, all’insaputa dei consumatori. Nell’ultimo anno – denuncia la Coldiretti – hanno addirittura superato il milione di quintali le cosiddette cagliate importate dall’estero, che ora rappresentano circa 10 milioni di quintali equivalenti di latte, pari al 10 per cento dell’intera produzione italiana. Si tratta di prelavorati industriali che vengono soprattutto dall’Est Europa che consentono di produrre mozzarelle e formaggi di bassa qualità. Un chilogrammo di cagliata usata per fare formaggio sostituisce circa dieci chili di latte e la presenza non viene indicata in etichetta. Oltre ad ingannare i consumatori ciò fa concorrenza sleale nei confronti dei produttori che utilizzano esclusivamente latte fresco.
L’assenza dell’indicazione chiara dell’origine del latte a lunga conservazione, ma anche di quello impiegato in yogurt, latticini e formaggi, non consente – sostiene la Coldiretti – di conoscere un elemento di scelta determinante per le caratteristiche qualitative, ma impedisce anche ai consumatori di sostenere le realtà produttive nazionale e con esse il lavoro e l’economia del vero Made in Italy.
“In un momento difficile per l’economia dobbiamo portare sul mercato il valore aggiunto della trasparenza con l’obbligo di indicare in etichetta l’origine degli alimenti, ma anche con l’indicazione delle loro caratteristiche specifiche a partire dai sottoprodotti”, ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo. Non è un caso – ha continuato Moncalvo – che l’89 % dei consumatori ritiene che la mancanza di etichettatura di origine possa essere ingannevole per i prodotti lattiero caseari, secondo la consultazione pubblica on line sull’etichettatura dei prodotti agroalimentari condotta dal ministero delle Politiche Agricole (Mipaaf) che ha coinvolto 26.547 partecipanti sul sito del Mipaaf dal novembre 2014 a marzo 2015.
Si tratta di una iniziativa promossa sulla base del regolamento comunitario N. 1169 del 2011 entrato in vigore il 13 dicembre del 2014 che – continua la Coldiretti – consente ai singoli Stati Membri di introdurre norme nazionali in materia di etichettatura obbligatoria di origine geografica degli alimenti, qualora i cittadini esprimano in una consultazione parere favorevole in merito alla rilevanza delle dicitura di origine ai fini di una scelta di acquisto informata e consapevole.