E due. L’altro giorno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti aveva commesso una discreta gaffe istituzionale, sostituendosi al Presidente Mattarella, e annunciando che i referendum della Cgil verranno evitati attraverso lo scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate. Ieri il solitamente cauto e poco «chiacchierone» ex presidente della Legacoop ha combinato un’altra discreta «frittata». Pare che 100mila giovani italiani siano dovuti fuggire all’estero? Alcuni di loro, ha detto Poletti, è meglio «non averli più tra i piedi». Un’espressione tanto infelice quanto incomprensibile per un politico esperto, e che forse supera quel «choosy» (sempre rivolto ai giovani italiani) formulato da un altro titolare del Lavoro, Elsa Fornero.
Subito l’opposizione, dal M5S alla Lega fino a Sel, ne chiede le dimissioni: «Vada via lui, non i giovani», attacca il grillino Luigi Di Maio. Poi, dopo un’ora e mezza, Poletti si rende conto di avere esagerato e fa marcia indietro: «Mi sono espresso male e chiedo scusa. Non mi sono mai sognato di pensare che è un bene per l’Italia il fatto che dei giovani se ne vadano all’estero. Penso, semplicemente, che non è giusto affermare che a lasciare il nostro Paese siano i migliori».