Sono molte e complesse le cause della marcata disoccupazione femminile nel Sud d’Italia e all’orizzonte non si vedono soluzioni perché mancano addirittura le proposte. Le tabelle Eurostat riferite ai tassi di occupazione nelle regioni europee nel 2017 rivelano che le ultime quattro regioni in Ue per tasso di occupazione femminile sono tutte nel Mezzogiorno d’Italia. Questi dati Eurostat confermano come la distanza tra il Mezzogiorno e l’Europa resti enorme, ma obbligano anche a sviluppare altre considerazioni. È infatti probabile che presto l’Italia del Sud perda una quota dei fondi europei. Nei prossimi bilanci comunitari mancherà il contributo britannico e talune risorse saranno pure riservate ai Paesi pronti a realizzare riforme strutturali. Alla luce di questo, c’è chi – come il Movimento Cinquestelle – è già sceso in campo a difesa dei 4 miliardi di euro che il Sud potrebbe perdere. Nel corso degli anni passati, però, gli aiuti comunitari e nazionali non sono riusciti a evitare al Sud l’altissima disoccupazione giovanile e femminile. Il che dovrebbe indurre a capire che quella dei finanziamenti non è la strada per un vero sviluppo. Se il Sud vedrà venir meno una parte dei fondi europei, allora non sarà del tutto una cattiva notizia, soprattutto se servirà a comprendere che l’economia meridionale ha bisogno di altro e che, in particolare, necessita di un quadro istituzionale che l’aiuti a incamminarsi nella giusta direzione