Un applauso si è levato dall’aula del Senato da parte di Pd, Pdl e Scelta Civica al termine dell’intervento del ministro Cancellieri. Hanno applaudito anche il premier Enrico Letta e i ministri dai banchi del governo. “Noi non chiederemo le sue dimissioni e la inviteremo a continuare nel suo impegno” ha detto Renato Schifani, presidente dei senatori del Pdl, rivolgendosi al ministro Cancellieri nell’aula di Palazzo Madama. “Non le avremmo mai chiesto delle attivita’ di suo figlio – ha aggiunto Schifani – perche’ questa cultura non ci appartiene”. Il presidente dei senatori Pdl ha poi sottolineato che serve “una riforma della carcerazione preventiva. La liberta’ – ha detto – e’ un bene primario”. Mentre per Luigi Zanda – che ha convenuto con la ministra Cancellieri per il suo rammarico per la telefonata del 17 luglio a Gabriella Fragni – “Il Parlamento ha una domanda da porsi: il 19 luglio la ministra doveva omettere la segnalazione, doveva disinteressarsene? Io non lo credo”. ”Sono certo – ha concluso Zanda – che la ministra Cancellieri continuerà a lottare per risolvere la tragedia delle carceri italiane”. Fredda la reazione del M5S, che ha presentato sia al Senato, sia alla Camera una mozione di sfiducia al ministro. “Quello che ha fatto non è ‘una telefonata di solidarieta’ , e’ una vera e propria promessa d’aiuto – ha detto Alberto Airola, nel suo intervento in Aula – dispiegando tutto il potere che le deriva dalla sua posizione e il potere degli apparati che controlla. No non puo’ e soprattutto rivela che il tessuto del potere in Italia e’ un intreccio malsano tra politica, banche, finanza, faccendieri vari, funzionari statali e andrebbe definitivamente bonificato e reso inattaccabile dal ricatto e dagli interessi familiari e secondo noi Lei, signora Ministro, considerata la rivendicazione della sua propria integerrima onorabilita’, dovrebbe incominciare a dare il buon esempio e dimettersi”. Anche la Lega si è schierata per le dimissioni del ministro.
Riconfermano a la fiducia al ministro, Renato Brunetta, presidente dei deputati Pdl, sottolinea come si imponga il paragone” tra la vicenda che ha al centro la telefonata del Guardasigilli per Giulia Ligresti e un’altra telefonata, quella del 27 maggio del 2010, quando Silvio Berlusocni chiamo’ la Questura di Milano per il rilascio di Ruby. Ebbene, insiste Brunetta, “in quel caso la Procura e il tribunale di Milano hanno agito con la potenza di una locomotiva dalle ruote rosse”. Per questo, “chiediamo con forza la necessita’ di una riforma della giustizia” che intervenga sulla “custodia cautelare, le intercettazioni e la situazione carceraria”. Per Roberto Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, “il chiarimento c’e’ stato” ma ora “impegniamo la politica a dare risposte concrete perche’ casi Ligresti, come quello Cucchi, ben piu’ grave e drammatico, e tanti altri, non si ripetano. Lorenzo Dellai, presidente dei deputati di Scelta Civica, sottolinea: “Non sfugge a nessuno il fatto che, su questa vicenda, si scaricano varie tensioni che in comune hanno una sola cosa: mandare a casa questo Governo prima che a livello nazionale ed europeo si raggiungano risultati tali da rendere improponibile il ricorso al voto in tempi brevissimi”.