È difficile immaginare colpi di scena in un Parlamento militarizzato, perciò appare impossibile che il «governo di emergenza» a cui sta lavorando (e non da ieri) Mattarella possa ottenere la fiducia delle Camere. Semmai la figura di Cottarelli — che pure era stato rincorso da quasi tutti i partiti in campagna elettorale per essere inserito nelle rispettive squadre ministeriali — è una forma di garanzia che il capo dello Stato offre ai mercati per fronteggiare la loro reazione dopo il default dell’esperimento Conte. L’obiettivo primario del Colle, al momento, è impedire che la drammatica crisi politica e istituzionale impatti pesantemente sull’economia nazionale. Ma non c’è dubbio che la mossa di Mattarella celi anche un altro intento: far leva sul senso di responsabilità dei gruppi parlamentari perché accettino di far approvare dal futuro gabinetto tecnico quantomeno la legge di Stabilità e magari anche una nuova legge elettorale, così da tornare alle urne all’inizio del nuovo anno. Il fatto è che Cinquestelle e Lega dispongono dei numeri per bloccare una simile operazione, e si preparano a impedire il disegno del Quirinale per non perdere la loro golden share ed evitare che in corso d’opera si consolidino nelle Camere altri equilibri, capaci di far durare la legislatura. Se questi sono i margini di azione, lo sbocco sono le elezioni anticipate, che i partiti già immaginano fissate nella seconda domenica di settembre. E dal modo in cui ci si avvicinano, è evidente che non saranno un test ordinario: saranno un referendum sull’Europa, sull’euro e anche sul modello costituzionale italiano.
Fonte: Corriere della Sera
Autore: Verderami Francesco