Roma, 18 settembre 2015 – La pulce nell’orecchio la mette proprio un veterinario: “Queste cose succedono soprattutto con i cani padronali, quelli che hanno un proprietario. In genere a segnalarli sono soprattutto i vicini”. Si apre così uno scenario del tutto imprevedibile e imprevisto che porta a un sospetto atroce: la truffa non risparmia neanche il settore degli animali. Anzi. Facendo leva sull’amore dei proprietari e puntando sul fatto che pagherebbero chissà cosa per riavere il loro amato amico a quattro zampe, si approfitta del momento di distrazione in cui cani o gatti optano per la passeggiata “autonoma” per segnalare la loro presenza o addirittura per prenderli direttamente e portarli in alcune cliniche precise.
Succede in un ambulatorio veterinario di una provincia del Lazio, su cui pesa il sospetto di una truffa bella e buona, con la beffa che il reato potrebbe non essere identificabile come tale. La clinica accoglie cani e gatti presunti smarriti o abbandonati. Così quando si avvista la vittima a quattro zampe – è comprensibile anche a un bambino quali sono cani e gatti randagi da quelli curati – qualche buonanima solerte e “sensibile” sul pericolo che grava sulla povera bestiolina, si attiva personalmente o chiamando l’accalappiacani.