Quella sui vitalizi è una battaglia tutta concentrata su Camera e Senato per effetto dei 5 Stelle che a inizio settimana hanno riaperto le ostilità proponendo di modificare i regolamenti dei due rami del Parlamento ed equiparare questi trattamenti a quelli dei normali lavoratori. Il Pd cerca di contenere la loro spinta rilanciando il progetto di legge presentato dal renziano Matteo Richetti, che a sua volta propone il ricalcolo col sistema contributivo di tutti gli assegni dei politici, quelli vecchi e quelli futuri. Ed è un palleggio continuo destinato a durare per mesi e che probabilmente finirà solo dopo le elezioni. Tutto il dibattito si è cosi concentrato esclusivamente sui costi dei due rami del Parlamento, che pesano sul bilancio dello Stato per oltre 220 milioni di euro, e sulla possibilità che di qui al 15 settembre i parlamentari della XVII Legislatura arrivino a maturare una pensione di mille euro lordi con appena 4 anni e 6 mesi di contributi, mentre normalmente se ne chiedono almeno 20. L’altro pezzo dello «scandalo», se così lo vogliamo chiamare, ovvero i vitalizi delle Regioni (che pure la proposta Richetti mette nel mirino), resta invece completamente in ombra. Eppure si tratta di una spesa altrettanto consistente.