Il cambio della divisa degli infermieri deve essere ricompreso nell’orario di lavoro e, quindi, deve essere pagato. Alla luce di questa conclusione a cui è giunta la Corte di cassazione con la sentenza emessa lo scorso 17 giugno, l’azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha raggiunto un accordo per mettersi in regola sull argomento. E’ quanto annunciano dalla Uil Fpl sanità, che ha portato avanti la questione dal 2011 fino al verdetto della Corte dello scorso giugno. «Firmato l accordo in Apss», si legge dalla nota diffusa dal sindacato.

«Dopo la vittoria in Cassazione sul tempo di cambio della divisa, dopo un ampio ed acceso confronto tra le parti, nella riunione di ieri si è divenuti ad un accordo che coinvolge circa 6 mila dipendenti». L’accordo sottoscritto prevede il riconoscimento di mille euro di risarcimento al personale a tempo pieno per il mancato pagamento del tempo relativo al cambio della divisa e, inoltre, il pieno riconoscimento al personale turnista dei 10 minuti giornalieri per il cambio con decorrenza dal prossimo primo settembre.

«A giorni l’azienda sanitaria informerà ed inviterà tutti i lavoratori beneficiari a firmare il documento, già prestampato e siglato dall azienda e dai sindacati. Il costo complessivo dell operazione dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 milioni di euro visto che dovrebbero essere tra i 4 mila e i 5 mila i lavoratori interessati.

La Corte di cassazione ha specificato nella sentenza che il cambio della divisa per l operatore sanitario è da considerare orario di lavoro anche perchè il professionista dovrà indossare un abito sempre pulito fornito dall azienda, da riconsegnare la sera per essere lavata.