La rivelazione è del magazine dell’Isis, Dabiq, per rivendicare l’attentato in Sinai. L’esplosione sarebbe stata determianta da una bomba nascosta in una lattina. Ventiquattro ore fa, il capo dei servizi segreti russi, Aleksandr Bortnikov, confermando che l’Airbus della Metrojet/Kogalymavia, era stato abbattuto da un attentato terroristico, ha annunciato che gli esperti hanno trovato trovate tracce di esplosivo di produzione straniera sui frammenti dell’aereo e che la bomba aveva una potenza fino a 1,5 kg di tritolo. Oggi fonti vicine all’inchiesta hanno rivelato che l’ordigno artigianale era stato piazzato sotto al sedile di un passeggero. Proprio dove poteva essere finita la lattina-bomba. Dabiq contiene poi l’ennesima sequela di sinistra propaganda, dalla celebrazione degli “8 cavalieri” che hanno fatto strage a Parigi venerdi’ promettendo nuovi attacchi, fino alle nuove minacce a Roma e ai cristiani. C’e’ poi l’ennesima pagina di orrore, con le immagini raccapriccianti dei due ostaggi, Ole Johan Grimsgaard Ofstad e Fan Jinghui, con i volti trasformati in maschere di sangue: “Giustiziati, dopo essere stati abbandonati dalle nazioni e dalle organizzazioni dei miscredenti”, recita l’ultima pagina della rivista. “Non possiamo cedere e non cederemo alle pressioni di terroristi e criminali. La Norvegia non paga riscatti”, aveva detto a settembre – 24 ore prima dell’uscita di Dabiq – la premier norvegese Erna Solberg. Il giorno dopo l’Isis aveva ‘aperto l’asta’ per i due ostaggi, pubblicando un numero telefonico e precisando che “l’offerta” aveva un tempo limitato. Tra le pagine patinate di Dabiq c’e’ anche il “necrologio” di due cugini, Abu Junaydah al Almani e Abu Hafs al-Almani (Almani, il tedesco ndr) entrambi tedeschi, uccisi in una battaglia dai ribelli siriani. Pubblicato giusto 24 ore dopo il panico scattato alla stadio di Hannover in Germania. Una coincidenza o un messaggio?