La tassa rifiuti 2015 – la Tari, introdotta dal gennaio 2014 in sostituzione delle precedenti Tares e Tarsu – ha un impatto mollo differenziato sul territorio. E rispetto allo scorso anno l’onere sostenuto dalle famiglie si è generalmente appesantito. A delibere e regolamenti ormai conclusi – entro il 30 luglio scorso (il 30 settembre in Sicilia) le amministrazioni locali hanno dovuto chiudere i conti sui tributi 2015 – è questo il quadro che emerge dalla ricognizione di Laboratorio Ref Ricerche su 104 Comuni capoluogo di provincia.
L’analisi riguarda la spesa 2014 e 2015 sostenuta da tre profili di famiglie (escluse le agevolazioni sulle quali ogni Comune può esprimere la propria fantasia, casi come sulle scadenze ): 80 mq con un occupante, 100 mq c 120 mq con cinque occupanti.
Ebbene, per limitarci al secondo profilo si va dai 60 euro della marchigiana Fermo ai 523 euro di Cagliari. Guardando le variazioni, a fronte di una media nazionale del più i,5-2%.lapiù fortesi rileva a Matera (dove lìimporto è raddoppiato,a 432euro), mentre in una quarantina di Comuni si è riscontrato persino un calo (oltre il 10% a Carbonia, Potenza e Vibo Valentia).
Leggendo la classifica per aree, le famiglie che pagano gli importi più “leggeri” (sotto i 250 euro)sono prevalentemente quelle del Nord, ma non mancano presenze del Centro e del Sud (oltre a Fermo, ci sono lsernia. Vibo Valentia, Ascoli Piceno, Viterbo, Potenza, Macerata, Firenze, Cosenza e Ancona). Le famiglie con un “conto” oltre 1400 euro si concentrano invece nel Mezzogiorno, con l’aggiunta di alcune realtà del Centro e del Nord (Grosseto, Pisa, Roma e Asti). Uno scenario che in parte rispecchia il grado di efficienza della gestione rifiuti urbani sul territorio: è vero infatti che-secondo le rilevazioni Ispra relative al 2014 il Nord produce più tonnellate del Centro e del Sud (133 milioni contro rispettivamente 6.6 e 9,3 milioni), ma il Nord vanta anche le quote più alte di raccolta differenziata