Carla Ruocco
Non leggerete la notizia né sui giornali, né verrà lanciata dai TG, ma oggi il M5S ha dato battaglia in aula contro il progetto della tratta TAV Torino-Lione, ricorrendo allo strumento democratico dell’ostruzionismo in Aula, presentando ben 1082 emendamenti all’obbrobrioso “Trattato”. La ratifica di tale trattato andava esclusa già in partenza, a causa della mancanza di alcuni elementi fondamentali per la sua validità, quali l’aumento del traffico merci tra Italia – Francia che, non solo non è aumentato, ma è anche diminuito. E nonostante il Governo francese si sia reso conto dell’assurdità di tale opera, il Governo italiano e i partiti della coalizione che lo sostengono, stanno spingendo per forzare tale approvazione. Si vuole addirittura cedere la nostra sovranità: sulla tratta italiana vigerà la legge francese. Ciò farà molto comodo alle Imprese di “amici degli amici”, dato che in Francia non sono richiesti i certificati antimafia. Inoltre, andando contro la Costituzione, si tenta di ratificare il trattato con il solo voto della Camera, senza che sia passato al Senato. Una cosa inaudita e del tutto anticostituzionale. Quest’opera è costosissima. Si parla di 15 miliardi di euro, sicuramente destinati ad aumentare di molto. Nel contempo vengono tagliati fondi alle scuole, ai treni pendolari, negato il ‘’reddito di cittadinanza’’. Quest’ opera è inutile. I dati ufficiali della Sitaf spa (la società che gestisce il traforo autostradale del Frejus) mostrano una costante diminuzione del traffico pesante attraverso il traforo. Inoltre, i nuovi carri merce a pianali ribassati, permetterebbero di trasportare i TIR sulla linea ferroviari a. Quest’opera è pericolosa per la salute. Viene asserito che, essendo la linea ferroviaria quasi tutta in galleria, toglierebbe il traffico autostradale riducendo in questo modo l’inquinamento, ma vengono celati i danni provocati dalla realizzazione delle tre gallerie: una internazionale di 54 Km, una di 12Km e un’altra di 23 Km lungo la valle. Le gallerie attraverserebbero rocce contenenti uranio e amianto che verrebbero dispersi nell’atmosfera in seguito ai lavori di scavo. L’amianto è presente nelle rocce che dovrebbero essere attraversate dalla galleria più orientale, sotto il monte Musiné. La società incaricata a costruire la parte italiana della nuova linea ferroviaria stima che dovrebbero essere estratti di più di un milione di metri cubi di materiali contenenti amianto. L’amianto si può trattare in sicurezza. Il problema è che, trattare in questo modo una così grande quantità di materiale, produrrebbe un aumento enorme dei costi e dei tempi di lavorazione. Il massiccio d’Ambin, immediatamente ad ovest di Venaus, contiene minerali di uranio. I coordinamenti provinciali dei Vigili del Fuoco di Torino affermano che “l’opera, così come è stata progettata nel suo percorso di realizzazione, rappresenta un serio pericolo per la popolazione e per l’ambiente”. Inoltre essi mostrano anche forti dubbi sulla possibilità di garantire la sicurezza nelle gallerie in caso di incidente. L’impatto ambientale sarà devastante. Le gallerie intercetterebbero le falde che alimentano le sorgenti con il rischio di farle seccare rapidamente. Gli stoccaggi dei materiali di scavo potrebbero aumentare il dissesto idrogeologico già presente nella Valle di Susa. La realizzazione dell’opera è stimata in 15 anni e l’enorme quantità di materiale estratto dalle gallerie richiederebbe un numero impressionante di viaggi di autocarri, rendendo difficilissima la circolazione e portando inquinamento ovunque. Inoltre la vallata è già pesantemente compromessa da due strade statali, una ferrovia, un’autostrada e due elettrodotti internazionali. Per questo il M5S è dichiaratamente No-TAV.