di Ornella Trotta

Arrivo a Strasburgo il 18 gennaio 2016, ci torno 14 mesi dopo la mia prima esperienza in delegazione giornalisti al Parlamento Europeo. Entro nel cuore freddo dell’Europa. E’ fredda Strasburgo, molto fredda. Le temperature oscillano fra i meno sette gradi e i tre gradi. Neve e ghiaccio fuori e per gli Italiani anche dentro le mura del palazzo del Parlamento, un gioiello di architettura contemporanea, Henry Bernard é l’architetto francese che ha progettato il Palazzo d’Europa. Un palazzo forte perché “l’unione fa la forza”. Ci arrivo nei giorni della polemica Renzi-Junker. Le bandierine dei Paesi dell’Unione sventolano fuori dall’ingresso Louise Weiss Tra i giornalisti c’é chi scherza: “Ci resteremo ancora poco”. Il 19 gennaio raccolgo le preoccupazioni di Gianni Pittella, il presidente dei Socialisti e Democratici al Parlamento Europeo: “Ti rendi conto del momento? Rischiamo una seria crisi Italia-Europa”. E’ teso in conferenza stampa, i temi sono tanti: Renzi contro Juncker, la Mogherini, la flessibilità, la questione polacca, la Turchia, i migranti.

IMG_3844Al ristorante incontro Sergio Cofferati, un collega ci presenta.”Onorevole, come va?” “Bene. Diciamo bene, ma é solo per dire qualcosa. Non c’é da rallegrarsi”.

Nella buia e fredda capitale dell’Alsazia un po’ di colore viene dalle magliette e dalle minigonne delle parlamentari di Forza Italia che propongono le quote rosa per l’ingresso dei migranti. Alessandra Mussolini contesta le dichiarazioni del sindaco di Colonia: “E’ grave che abbia detto alle donne che sarà fatto un codice di sicurezza, che devono stare a distanza dai rifugiati e che non devono mettere certi abiti, tipo la minigonna. Non c’entra l’abbigliamento, serve il rispetto”. Propongono le quote rosa per gli ingressi dei migranti: “Perché lasciano le donne, i bambini e gli anziani, i più deboli, nei territori di guerra e vengono qui a salvarsi solo i maschi giovani, i più forti?”.

All’ascensore incontro Martin Schulz. “Presidente, a scanso di equivoci le dico subito che sono italiana. E’ un problema?”. Sorride e incalzo: “Posso chiederle un selfie?”. Sorride ancora e si concede alla mia festante ossessione. Gli indico dove guardare, non posso rischiare un selfie mal riuscito con il socialista tedesco. Ci prova e sorride all’occhio della mia telecamerina, due scatti per essere sicuri. Prima di andar via controlla le foto, mi chiede se basta così e se mi occorre altro.

E’ sera, i colleghi sono tutti al party dei giornalisti, mi trattengo in sala stampa, mi piace stare lì, tra donne e uomini di tutto il mondo tutti a scrivere di Europa. I gentili colleghi italiani mi invitano a cena, si va in un locale in centro, Le Fossile. Ci raggiunge l’europarlamentare siciliana Michela Giuffrida con la sua assistente. Si parla di Italia e di Europa, del PD, di Milano e di Renzi.

Il 20 gennaio partecipo alla conferenza stampa di Jean Claude Juncker. C’é anche Schulz. Si parla del Regno Unito e della sua appartenenza al Parlamento Europeo, dei profughi, dell’Italia e di Renzi. Il presidente Schulz assicura che non é in atto una crisi diplomatica con l’Italia, che ama l’Italia perché é bella e perché ci sono tante belle persone: “Circa il dialogo, non c’é ombra di dubbio che bisogna ascoltare attentamente da entrambe le parti”. Assicura: “Siamo in continuo contatto con la Presidenza del Consiglio Italiano”.

IMG_3872Anche Juncker assicura le revisione del Trattato di Dublino, si tratta sui soldi per la Turchia e aggiunge che tra Italia e Commissione Europea c’é stato solo uno scambio di “parole maschie e virili”.

Giovedì 21 gennaio il clima cambia, sono tutti più serene.

Gianni Pittella precisa: “Chiariamo per l’ultima volta la questione: non é in atto una contesa fra Governo Italiano e Commissione Europea o un battibecco personale tra Renzi e Juncker. Quanto al capogruppo del PPE al Parlamento Europeo, Manfred Weber, che ha dipinto Renzi come colui che vorrebbe sfasciare l’Europa, trovo che le sue parole siano state inopportune, inaccettabili e persino ridicole. Ma non c’é alcuna strategia tedesca contro l’Italia. La sfida di questi giorni é tutta politica e riguarda questioni da cui dipende la sorte del progetto europeo: ripresa economica, creazione di posti di lavoro, agenda sociale, crisi dei rifugiati. E’ su questi temi che Matteo Renzi e l’intera famiglia dei Socialisti e Democratici, chiede risposte”.

Juncker sa che può essere accusato della destabilizzazione del sistema bancario italiano. Nessuno, nè l’Italia nè l’Europa, può permettersi il rischio di una rottura degli equilibri. E’ chiaro che é il momento di calmare la vis polemica. Presto Renzi andrà a Berlino e lì incontrerà la Merkel.