Costi di produzione competitivi, buon livello d’istruzione, manodopera giovane e motivata, elevata concentrazione di industrie, esistenza di parchi industriali ben organizzati e a costi contenuti. Non solo. In sei mesi è possibile costruire una fabbrica e avviare un’attività produttiva.
Sono questi i punti di forza del Vietnam, che rappresenta una tra le maggiori economie emergenti e dove le imprese italiane, in particolare campane hanno deciso in questi ultimi anni di investire. Se ne è discusso nella Capitale in un seminario organizzato dall’Ambasciata Vietnamita a Roma, in collaborazione con Confindustria e Unindustria e svoltosi presso la prestigiosa sede del Complesso del Vittoriano.
Durante il workshop sono stati analizzati i risultati della recente ‘missione di sistema’ tenutasi lo scorso novembre ad Hanoi e Ho Chi Min City ed è stata approfondita l’offerta industriale del mercato asiatico. L’evento è stato moderato dall’ Ambasciatore Vietnamita in Italia, S.E. Nguyen Hoang Long, con l’ ing. Massimiliano Canestro della Sms Engineering, specializzata nella realizzazione di soluzioni di Business Intelligence, anche per aziende multinazionali, alcune delle quali con stabilimenti proprio in Vietnam, che utilizzano la soluzione partenopea di BI per il monitoraggio ed il controllo dei principali indicatori del proprio business nel mondo.
Sono stati inoltre presentati dei casi di successo (Piaggio, Gattinoni, Ariston Thermo, Alitalia Maintenance Systems S.p.A. – AMS) prima dell’intervento di chiusura a cura di Riccardo Maria Monti, Presidente di Ice Agenzie.
Il Vietnam è quindi tra le economie più emergenti, con una crescita del +5,4% del Pil nel 2013. I costi di produzione nel Paese asiatico risultano particolarmente competitivi in virtù di una serie di fattori: buon livello d’istruzione di base, manodopera giovane e motivata, elevata concentrazione di industrie, esistenza di parchi industriali ben organizzati e a costi contenuti. Il governo del Vietnam in questi anni ha attuato una serie di riforme finalizzate a ridurre l’inflazione, privatizzare le società statali, e ammodernare le regole in materia di tutela della proprietà intellettuale. Ma soprattutto esistono numerose agevolazioni fiscali per attività qualificate e localizzate in aree classificate come di sviluppo che danno diritto a esenzioni fiscali parziali o totali per periodi che vanno da 5 a 10 anni. Degli oltre 90 milioni di abitanti oltre il 60% è sotto i 35 anni ed il tasso di disoccupazione è al 2% con una inflazione sotto il 5%. Tra i principali prodotti esportati vi sono il tessile e l’abbigliamento, petrolio e derivati, prodotti agricoli, prodotti della pesca, calzature, mobili e prodotti in legno e componenti elettronici, mentre importa principalmente: macchinari, in particolare quelli prodotti in Italia, petrolio e prodotti chimici, prodotti elettronici, tessuti e macchinari per il tessile, ferro e acciaio e materie plastiche. L’Ambasciatore Long ha raccontato che dopo 30 anni di sviluppo economico con un modello basato sulla “quantità”, il Vietnam si sta spostando verso un modello di sviluppo economico basato sulla “qualità”. Affinchè ciò possa avvenire serve la tecnologia (i macchinari italiani sono molto apprezzati), formazione (per creare una manodopera più qualificata), miglioramento della gestione manageriale delle imprese (anche attraverso manager italiani). Il Vietnam ritiene l’Italia un Partner strategico che considera l’Impresa al centro di qualsiasi accordo di natura commerciale e quindi fondamentale la Confindustria. Il Vietnam vuole instaurare accordi di natura commerciale e/o importare prodotti e/o competenze e tecnologie nel settore Aerospaziale, Farmaceutico ed Agroalimentare.