DI LAURA BERCIOUX
La Forestale sarà accorpata alle altre Forze dell’Ordine quando l’Europa chiede la Polizia Ambientale. Il Generale del Corpo Forestale, che ha un ruolo fondamentale per la Terra dei Fuochi e che con i suoi uomini fa un lavoro certosino e di primaria importanza, ci spiega l’anomalia di una decisione governativa alle porte.
Generale, voi avete scoperto la terra dei fuochi e ora vogliono chiudervi…
“In realtà in termine scoperto è improprio perché il verbo migliore è svelato. Della Terra dei Fuochi già si conosceva l’esistenza: noi abbiamo svelato i meccanismi criminali che ci sono dietro, li abbiamo messi a nudo e li abbiamo spiegati in termini tecnico giuridici che sono diventati atti giudiziari. Non lo preciso per caso, lo preciso perché ha un senso rispetto alla sua domanda. E’ stato possibile svelare i retroscena della Terra dei Fuochi proprio perché il Corpo Forestale dello Stato che è un corpo di Polizia dedicato alla tutela dell’ambiente, fortemente specializzato. Noi sin da giovani forestali, in tutti i gradi, veniamo preparati specificamente nella tutela del diritto ambientale e della natura, abbiamo costruito, elaborato un metodo scientifico che ha anche un valore giuridico. Ed ecco che il Corpo forestale ha un senso nel sistema Italia cioè abbina una profonda conoscenza tecnica a una spiccata competenza di polizia: lì è il limite, a mio parere, la norma che ci vorrebbe passare alla Polizia di Stato non perché non sia all’altezza di svelare gli stessi crimini ma perché chiunque entra nella Polizia di Stato viene prima preparato come polizia generalista e poi diventa uno specialista, perdendo di fatto una spiccata competenza tecnica e maturando maggiormente quella di Polizia. Noi le manteniamo insieme, quindi se mi mettete a fare una attività di polizia generalista noi non saremo in grado di farla, di concepirla e invece ad altri soggetti più spiccatamente di polizia generalista gli chiedete di incrociare i campi orto fotogrammetrici con le linee magnetiche della crosta terrestre, probabilmente non sanno di cosa si parla e là il discrime per cui il Corpo Forestale dello Stato è importante che esista”.
C’è un margine di trattativa con il Governo?
“Sicuramente l’Italia ha maggiori forze di Polizia, guardando asetticamente la cosa si tratta di un numero consistente che determina problematiche di coordinamento quindi se il governo dica riduciamole dal punto di vista astratto, la stessa Europa ci dice di organizzare un corpo di polizia ambientale, sulla falsa riga del nostro corpo forestale riconoscendo a tutti i paesi europei una fragilità ambientale. La questione poi se la guardiamo dal punto di vista numerico si affievolisce ancora di più perché è vero che l’Italia ha 5 Forze di Polizia mentre gli altri ne hanno di meno, ma è anche vero che ci sono altri corpi europei che non asseriscono alla Polizia ma che fanno le stesse cose. Non mi sembra che in Italia siamo molti di più. L’Italia invece ha in più ha una specializzazione ambientale ed è avanti rispetto agli altri Paesi europei: perché allora non far salire loro al nostro livello? Potrebbero crescere loro con il nostro esempio”.
Sui social c’è chi si lamenta perché la Terra dei Fuochi ha messo in ginocchio un’economia e c’è chi dice che volete salvare solo il vostro posto di lavoro?
“Facciamo questa considerazione. La Terra dei Fuochi è un fatto, un fatto eclatante. Quanto poi e in che misura sia collegata ad eventi sanitari è in fase di studio e valutazione e dobbiamo lasciare la parola agli specialisti in questo senso, ma è anche vero che è un fatto che ha inciso sull’economia. Io faccio una considerazione di fondo. Dico: la conoscevamo, l’abbiamo svelata, e si stanno anche trovando le soluzioni guarda caso, coordinate anche dal Corpo Forestale. Quindi se Terra dei Fuochi è passata per la parte più pesante della sua manifestazione, oggi sta nella parte in cui molte forze solidali dai comitati, ai cittadini, alle istituzioni sono insieme per risolverla e per fare in modo che non accada mai più, qui come altrove, possiamo salutarla come un fatto positivo. Oggi da qui si può ripartire dal punto di vista economico perché i controlli sono altissimi, i terreni e i prodotti sono sani e possono godere di questo doppio controllo, l’economia può essere facilmente rilanciata e la gente può comprare in modo tranquillo e sereno. Pensi all’iniziativa del Queer Code dove c’è la banda di tracciabilità dei prodotti agroalimentari nata da un’idea dell’Istituto di Zoo Profilassi in Campania, con una semplice app telefonica si può risalire alla totale tracciabilità del prodotto che si acquista. E questo nasce dalla Terra dei Fuochi. Ora l’economia ha avuto un problema e sicuramente ha sofferto. Stiamo dando una risposta ai cittadini. Non dimentichiamo che la terra dei Fuochi riguarda 3 milioni di abitanti, stiamo parlando di un territorio densamente abitato. Quali siano le problematiche con l’uscita del Corpo Forestale dal panorama investigativo, non lo abbiamo ben capito, quale è il progetto che il Governo ha per il Corpo Forestale. In questo momento si parla di riduzione della catena di comando e di accorpamento ad altro ente di Polizia ma non abbiamo capito quali ripercussioni territoriali ci saranno o meno. Sarebbe interessante dire “Parliamone e fateci capire questi lavoratori e i cittadini che guardano al Corpo Forestale, cosa devono aspettarsi? Nessuno pensa che non ci debba essere un cambiamento ma è necessario e in che misura? Noi chiediamo chiarezza, il posto di lavoro non ci viene tolto, ci viene cambiato”.
Parliamo di bonifica, Generale Costa:, questi terreni sono riutilizzabili o no?
“Tenga conto intanto i primi step necessari sono terminare la mappatura perché se non sai dove sono i luoghi cosiddetti “pericolosi” non puoi ovviamente immaginare una futura bonifica. Noi in questa settimana abbiamo definito i rischi potenziali 3 nella scala da 1 a 5 dove, 4 e 5 li abbiamo definiti e pubblicati in Gazzetta, per cui il Governo alla fine di Aprile avrà anche i terreni potenziali 3 per liberarli, vincolarli o condizionarli. E’ questo non è poco: nel giro di un altro anno noi finiremo la mappatura lasciando qualche piccolo spazio collegato ad eventi ulteriori. Quando sarà chiara tutta la mappatura si può parlare di messa in sicurezza e bonifica. Questo nel frattempo è un tempo tecnico utile tant’è vero che il 5 gennaio 2015 è stata pubblicata la prima direttiva in Gazzetta Ufficiale sulle future bonifiche e messa in sicurezza dei terreni di terra dei Fuochi indicando come devono essere fatte dal punto di vista della procedura giuridico amministrativo affinchè non ci siano infiltrazioni di stampo mafioso”
Sulla vicenda tecnica si devono isolare o meno?
“Oggi ci sono i siti che noi consideriamo non coltivabili che sono delimitati, sorvegliati perché nessuno ci possa coltivare. Aggiungo che il primo step previsto dalla norma è la messa in sicurezza, ovvero sia la bonifica è l’ultimo degli step: il termine “messa in sicurezza” è a tutela dell’ambiente che non può più essere inquinato. In questa vicenda partecipano solidali il Governo, ben 7 Ministeri,quindi quasi un intero esecutivo, e la Regione Campania: in termini giuridici il must è il Mistero dell’Ambiente con la Regione Campania, e in termini operativo c’è il Corpo Forestale al quale gli viene riconosciuta una ulteriore importanza perché non è solo un Corpo di Polizia ma un Corpo Tecnico di polizia in grado di trovare o gestire le soluzioni. E non mi pare poco nel Terzo Millennio: trova i problemi ma ne individua le soluzioni. Il meccanismo va avanti. Non dimentichiamo che Terra dei Fuochi esiste da 30 anni e che negli ultimi sei sette mesi si vedono ottimi risultati e tra un anno si chiuderà una cosa durata trentennale: un risultato da non gettare a mare, secondo me”.
Ci sono ancora i roghi e c’è il problema delle falde acquifere…
“Sì, perché noi abbiamo svelato i meccanismi dell’inquinamento collegati al seppellimento dei rifiuti, per quanto riguarda i rifiuti bruciati c’è poco da svelare, sono lì a tutta vista. Noi, con atti giudiziari, abbiamo dimostrato qual è la filiera criminale, abbiamo scarnificato un meccanismo che però ha un vizio di origine: nasce dall’evasione fiscale di quelle aziende parzialmente o totalmente in nero che lavorano i prodotti che gestiscono i rifiuti abbandonandoli e affidando ai criminali i roghi. Un epilogo tragico fa scomparire le fonti di prova come la cenere. Quindi noi possiamo intervenire sul rogo, siamo pochi come Corpo Forestale, rinforzateci. Ci sono anche mozioni parlamentari addirittura della medesima maggioranza governativa che le ha prodotte, per dire “dateci telecamere, uomini in borghese, fate in modo che possiamo prendere gli incendiatori e risalire anche a colui che li deposita e a tutta la filiera coinvolta criminale. Fate delle leggi che tocchino in maniera seria e robusta l’evasione fiscale perché queste aziende non abbandoneranno più in terra dei Fuochi una volta ben presidiata. Potrebbero abbandonarli in altri terreni che noi chiamiamo “zone camomilla” dove il livello di attenzione e sorveglianza è minore, dove noi rischiamo di vedere riprodotta una terra dei Fuochi Bis. Abbiamo chiaro il meccanismo, sappiamo i percorsi da fare ora aspettiamo di essere rinforzati e perchè ormai siamo pronti per la Start up ma io con 80 uomini in tutta la provincia di Napoli e 120 tra Napoli e Caserta, non posso fare controlli e appostamenti in discariche seppellite: è impossibile umanamente e tecnicamente”.
E le acque?
“Per quanto riguarda le falde acquifere inquinate sono figlie delle discariche seppellite perché percolano i rifiuti che finiscono nella falda, li portano da monte a valle e arrivano al mare. Nel momento in cui l’agricoltore, il contadino, ignaro di questa vicenda attinge da un pozzo nel suo campo per irrigare, senza saperlo, dà circolarità all’inquinamento della falda che fortunatamente, ed è dimostrato, in sostanza non incide sui prodotti agricoli perché le radici selezionano le sostanze chimiche da assorbire. Abbiamo fatto il monitoraggio di tutte le mappature dei prodotti agricoli insistenti potenzialmente sui terreni inquinati e i prodotti sono sani ma non vuol dire che lo sia la falda. Un altro meccanismo pericoloso che si scarica sul territorio: stiamo intervenendo evitando che a monte si inquini e che a valle si subisca l’inquinamento prodotto per il naturale scorrimento delle acque. Vuol dire quindi monitoraggio di tutti i pozzi agricoli e sono migliaia, monitoraggio delle falde per isolare e fare in modo che in quel terreno agricolo non si attinga più acqua da quella falda. Quel terreno agricolo va interdetto nell’acquisizione dell’acqua e non nella coltivazione secondo una procedura prevista per legge che consente la costruzione di nuove adduzioni idriche in sicurezza per quelle zone che hanno falde acquifere inquinate. Vede in che panorama ci stiamo calando partendo, tutto sommato, da un’analisi quasi semplicista criminale? Siamo andati molto oltre. Ecco perché le dico non siamo solo poliziotti ma anche gente che trova le soluzioni tecniche amministrative in consorzio con tutte le forze solidali della Pubblica Amministrazioni. Molte cose ce le hanno suggerite i Comitati dei Cittadini che stando lì, vivono quel mondo e lo vedono e che per noi è prezioso”.
Quando avete svelato Terra dei Fuochi con le rivelazioni di Schiavone, come avete raggiunto l’obiettivo della mappatura?
“Schiavone ha parlato, è un fatto ed è eclatante e in più ci sono stati i collaboratori di giustizia, e altre persone. I Comitati, i cittadini in modo libero ed organizzato hanno individuato altri elementi supplementari perché vivono i territori. Ma qual è stata la novità? E’ stata l’intuizione tecnica prestata all’elemento giuridico che noi abbiamo avuto e mai successa prima d’ora: collegare un aspetto puramente tecnico con l’incrocio dei dati fotogrammetrici presenti nei data base ambientali degli ultimi 30 anni e quelle attuali per vedere i movimenti di terra anomali e le colorazioni anomale. Con questo incrocio dei campi magnetici e lo studio della crosta terrestre mi dice che, quando trovo quel campo magnetico in quel sito che già era sotto osservazione perché sollecitato ora dall’informatore, ora dal pentito, ora dal cittadino, incrociando i dati orto fotogrammetrici, ci siamo resi conto che magari emergevano dei dati non conformi alla previsione. Quindi si è supposto, legittimamente, che lì sotto ci fossero dei rifiuti tossici sepolti: cosa, immancabilmente avvenuta. Noi abbiamo il 100% di resa investigativa con questa nuova tecnica e sa quanto è costata allo Stato?
Quanto?
“Una cifra che fa sorridere, noi in un anno abbiamo speso 10mila euro per tutto quello che abbiamo fatto tra data base, computer a e analisi di banche dati”.
Diecimila euro?
“Sì. Questo è un fatto ed è la novità. Tutto questo perché siamo un corpo ad altissima specializzazione tecnica ma anche con la visione di Polizia. Questa tecnica che è stata elaborata dal Corpo Forestale in particolare da noi a Napoli, nella mia stanza, è un’intuizione ed è la prima al mondo. Ce l’hanno chiesta anche altre nazioni in tutto il mondo per insegnare agli uomini come fare a questi costi così bassi. Altra novità : li abbiamo individuati? Adesso facciamo le analisi per capire di cosa stiamo parlando e via al monitoraggio, alla mappatura e anche là abbiamo elaborato un metodo unico in tutta Europa perché questi format una volta elaborati e recepiti dallo Stato, diventano patrimonio non solo dello Stato ma di tutti coloro che li vogliono utilizzare. Può essere applicato ovunque. La Terra dei Fuochi ha creato un disagio economico ma guardi con quale rilancio è ripartita? Può diventare e non vorrei passare per un visionario, quasi un brand perché tra poco il territorio sarà iper controllato e il prodotto agricolo non sano, iper sano. Tre volte sano e questo va sfruttato economicamente ed è un’occasione da non perdere e per questo che il Corpo Forestale fa rinforzato. Vede da Terra dei Fuochi dove siamo arrivati? Cambia finalmente la prospettiva del consumatore e dell’agricoltore. Con banalità e piccole spese”.
Eppure hanno destinato cifre pazzesche per rifare il look mediatico alla Terra dei Fuochi e voi con poche migliaia di euro, invece rischiate l’accorpamento e i cittadini una sicurezza ambientale specifica. Anomalie e stranezze incomprensibili da parte dello Stato. Un problema come Terra dei Fuochi che esplode in tutta Italia. Generale Costa, possibile che l’ambiente non possa “svoltare” e cambiare pagina?
“Il problema dell’ambiente è che noi ce lo dobbiamo declinare negli ultimi anni della nostra storia come Paese Italia. Da noi, le prime norme di un certo rigore, parlo di tutela vera e propria, sono nate nel 1997 con il Decreto Rochi poi rielaborato con il codice dell’ambiente nel 2006, stiamo parlando di un tempo relativamente lontano, 20 anni fa, dove i peggiori danni sono stati fatti ben prima degli anni duemila quindi vuol dire che non avevamo le norme e la cultura politica per poter pensare all’ambiente. Oggi siamo in salita per cercare di recuperare il gap che abbiamo maturato in quegli anni e rilanciarci. E’ chiaro che, a mio parere, dobbiamo coniugare necessariamente la tutela dell’ambiente con la tutela del lavoro”.
Come difenderete il Vostro Corpo Forestale?
“Noi faremo di tutto nei termini della trasparenza e correttezza istituzionale perché siamo dipendenti dell’Esecutivo e poi il Parlamento, se dopo legiferano che non dobbiamo più esistere, noi, seppure con le lacrime agli occhi, accetteremo però faremo tutto il possibile in termine di moral attuation, di interventi sui mass media per far comprendere quali sono, non le nostre ragioni, ma le ragioni del Sistema Italia che richiedono la nostra presenza. Anzi, le dico di più, per sostenere il fatto delle cose che ci siamo detti e della fragilità ambientale che questo Millennio sta manifestando, bisogna rinforzare il Corpo Forestale in termini economici pari a zero cioè accorpando la polizia provinciale che tutelano l’ambiente in ambito amministrativo. Dateci coloro che volontariamente vogliono lasciare le province ed entrare nel Corpo Forestale vista la chiusura delle Province: noi daremo un ruolo speciale q questi lavoratori che comunque tu Pubblica Amministrazione lo stipendio lo devi pagare, non disperdi la loro professionalità, li dai a noi che ci rinforziamo per finire il resto del lavoro. Abbiamo i Corpi Forestali delle Regioni a Statuto Speciale come la Sicilia o il Friuli Venezia Giulia: nessuno vuole toccare la loro autonomia assorbendoli nel Corpo Forestale dello Stato ma magari si possono federare. Perché lo dico? Si possono federare mettendo un direttivo dei corpi forestali a livello nazionale in modo tale che tutti parlino la stessa lingua e che i protocolli e gli interscambi investigativi siano i medesimi, da Agrigento a Pordenone. E tutto questo non costa niente, è a costo zero ma così si incomincia, a mio parere, a fornire delle risposte di tutela territoriale al cittadino, si dà unicità di intenti. Ecco perché dico parliamo di ambiente, utilizziamo il momento del Corpo Forestale per allargare l’orizzonte per dire: Cosa è utile al cittadino? E’ tanto utile una Spending Rewiew fatta con la mannaia? Domandiamocelo. Io credo che noi dobbiamo esistere e che anzi, dobbiamo essere rinforzati. In riferimento poi alla sua domanda sui commenti nei social dove dicono che perdo potere, soldi perché sono un Generale, sono corbellerie perché lo stipendio lo manterrei come altri miei colleghi in altre Forze di Polizia. Non è che cambia da questo punto di vista. Ma io quando andrò in pensione la mia competenza a chi la lascio?”.