Di Laura Bercioux
A Palazzo San Giacomo le bandiere sono a mezz’asta. Napoli ha perso un figlio. Pino Daniele è volato via: Sindaco de Magistris siamo tutti… “neri a metà”?
“Una perdita immensa per la città ma non solo per Napoli ma per il mondo intero perché la musica di Pino ha attraversato gli oceani, si è contaminata con altri grandi artisti mondiali senza mai perdere l’originalità. Un grande, un grande nel cuore, nel corpo, nella storia di ogni napoletano. Aldilà delle generazioni ognuno di noi è attraversato dalle canzoni di Pino Daniele. Io l’ho conosciuto che ero adolescente. L’ho conosciuto nelle canzoni, nei concerti e la mia vita è contrassegnata nei miei affetti, nei miei amori, nelle mie amicizie, nei miei incontri, nei miei studi, nei momenti difficili e quelli belli, dalle canzoni di Pino Daniele. E’ una perdita di quelle veramente profonde come è stata quella di Massimo Troisi e di tanti altri grandi.
Per questo siamo felici che la famiglia di Pino Daniele abbia accettato la nostra disponibilità ad ospitare per l’ultimo saluto le ceneri di Pino e rendergli così il doveroso e solenne omaggio della città.Tutta Napoli, ne sono certo, verrà a salutare nei prossimi giorni al Maschio Angioino il suo Pino, il nostro nero a metà. Poi studieremo con la famiglia come rendere ancora più lungo e caloroso l’abbraccio di Napoli, e non solo, a chi ha rappresentato la colonna sonora di milioni di vite.”
Qual è la canzone di Pino a cui tiene di più?
“E’ difficile scegliere, soprattutto in questo momento che sono Sindaco. Ma sicuramente c’è “Terra mia” perché, a parte il tono della voce, il modo essenziale in cji la canta, dà proprio il senso del rapporto profondo tra il napoletano e Napoli, tra Pino Daniele e Napoli. La profondità con cui si calano quelle parole in Terra Mia …è la nostra terra”.
Se per un attimo dovesse guardare Napoli, una Napoli “Vista da lontano” come la vedrebbe?
“Straordinariamente bella. Sta già rinascendo. E’ molto meglio di quel che si racconta. E’ una città che ha grandi sofferenze ma una umanità fantastica: sarà una delle protagoniste del Terzo Millennio Ne sono certo, ha una grande storia, ha un presente interessante. E’ ritornata ad essere una città internazionale. Napoli sarà protagonista del futuro: ne sono assolutamente certo perché vivo la sua vitalità e non è una città depressa. Bisogna preoccuparsi quando hai perso le speranze o quando hai solo rancore. Napoli invece ha cuore, ha umanità, solidarietà. Ha tantissimi giovani, ha voglia di ripartire, ha un protagonismo sociale come poche altre città. Una vita notturna, una creatività: una città tutt’altro che in decadenza, al netto dei problemi”.
Ci sono tre cose che ha fatto per la città di cui ne va fiero e altre invece che non è riuscito a fare?
“Le cose di cui vado fiero, innanzitutto, è aver fatto riscoprire l’orgoglio partenopeo. Quando sono diventato Sindaco c’era l’emergenza rifiuti che attraversava come immagine la nostra città, oggi se clicca su Google vede Napoli attraversata da turisti, da iniziative culturali. Attraversata da una vitalità giovanile. Le cose di cui vado più orgoglioso sono la grande solidarietà nei confronti delle fasce deboli che abbiamo messo in campo dando dignità ai senza potere, la soluzione dell’emergenza rifiuti. Le cose che non sono riuscito a fare è risolvere i tanti problemi di questa città ancora aperti, non averli potuti affrontare tutti soprattutto per una situazione economica drammatica che abbiamo ereditato e che abbiamo adesso risanato. Ovviamente amministrare una città come Napoli, senza soldi, addirittura in deficit, con debito pubblico, significa non poter investire, o poter risolvere problemi che richiedono soldi. Questa è la cosa di cui più me ne rammarico non come senso di colpa, me ne rammarico perché oggettivamente non l’abbiamo potuto fare ma aver risanato i conti significa aver evitato il baratro finale della città che a quel punto sarebbe definitivamente crollata”
E Bagnoli?
“Abbiamo fatto passi in avanti su Bagnoli. Basti pensare che anche lì, che sembrava essere una situazione completamente persa, invece abbiamo messo in campo iniziative che hanno salvaguardato la spiaggia pubblica con la delibera, la salvaguardia della cornice naturalistica e paesaggistica. La conferma delle delibere sul piano urbanistico, il fatto di aver rimesso le condizioni per completare finalmente le bonifiche per Bagnoli. Le risorse che abbiamo impiegato in questi anni, le altre che il Governo si è impegnato a mettere. I progetti di rilancio per Bagnoli: la nostra amministrazione è stata la prima che ha presentato un piano di rilancio che non si traduceva in cementificazione selvaggia e distruzione del territorio. A fronte di questo, quando stavamo al giro di boa definitivo, il governo Renzi se n’è uscito con lo Sblocca Italia e con il Commissariamento di Bagnoli, con l’idea maldestra di far entrare dalla finestra quelli che noi avevamo cacciato dalla porta, quelli che erano, in particolare, i soggetti che a nostro avviso avevano prodotto o contribuito a produrre l’inquinamento e il massacro di Bagnoli. Talmente alta la partita e alta la svolta che abbiamo messo in campo, che hanno dovuto fare addirittura un decreto legge per fermarci. Noi però abbiamo alzato la posta, alzato il dibattito. Ora se ne parla in tutta Italia ed io credo che si deve riaprire un dialogo. Il dialogo non può che essere con il cambio di rotta sul commissariamento. Non si può commissariare un pezzo di città quando c’è un Sindaco democraticamente eletto, quando ci sono idee, pulizia, quando c’è una svolta, c’è trasparenza, consiglio comunale, legalità. Altrimenti sembra voler ripercorre quella stagione degli inizi anni ’60 magistralmente descritta anche recentemente da un bellissimo libro su quello che poi Francesco Rosi fece “Mani sulla città”…anni lontani che sembrano molto vicini”.
Come giudica la Regione e Caldoro?
“Molto negativamente. Il bilancio che io faccio è molto deludente perché Caldoro non ha affrontato quelli che erano i nodi fondamentali del potere regionale. Sulla sanità ci consegna una sanità in condizioni molto difficili, lui parla sempre di pareggio di bilancio di risanamento: se andiamo a vedere i bilanci, i servizi, quello che ne pensano gli utenti, i medici…ci consegna una sanità pubblica e non solo pubblica, in condizioni complicate. Il trasporto pubblico…penso che Vetrella sia uno dei peggiori esponenti. Non ho sentito parlare, in tutti gli incontri politici che ho avuto e istituzionali, una persona che abbia condiviso il piano che mette insieme Vetrella. Sui rifiuti Caldoro non è stato capace di dare le risorse ai comuni per gli impianti di compostaggio, ha continuato a lavorare solo sull’incenerimento. Una Regione attraversata anche da scandali, da inchieste giudiziarie su vicende particolarmente inquietanti. Per non parlare delle politiche sociali dove ha tagliato tutto e il suo collateralismo sulle vicende dei Commissariamenti, dal San Carlo a Bagnoli. Credo che ci voglia un cambio alla Regione e che si rompi questo blocco di potere a Santa Lucia”.
Cosa cambia al San Carlo per il Comune?
“Lo Statuto approvato dal Commissario ridimensiona in qualche modo il ruolo del Comune anche se il Sindaco rimane Presidente della Fondazione San Carlo. Però, credo che abbiamo ottenuto un grande successo: porre fine a questo commissariamento che è stato sbagliato, una grande battaglia in difesa dei diritti dei lavoratori. Una battaglia sui diritti portata avanti da solo in un CdA in cui tutti volevano far passare una manovra economica che andava a colpire i più deboli. Sono fiero di aver mantenuto le posizioni sui diritti dei lavoratori. Quando sono stato Presidente della Fondazione, abbiamo portato il teatro in tutto il mondo. Il clima era depresso ora dobbiamo ricominciare con la vitalità di sempre, con il lavoro di tutti, delle maestranze ai quali va il mio saluto e va tutto il mio sostegno e la mia carica”.
C’è un sindaco del Sud che sente più vicino?
“Considero Palermo la città più vicina a Napoli. Vicina non geograficamente. Napoli è una citta unica. Ho difficoltà ad accostarla o a identificarla ad un’altra città, ma l’unica città che in qualche modo si può avvicinare è Palermo. Due città storicamente alleate. Con Orlando ho un ottimo rapporto anche se apparteniamp a due generazioni diverse e i nostri percorsi politici non coincidono”.
Orlando ha una sua idea sull’immigrazione.
“Noi abbiamo idee simili. Ho dato la cittadinanza onoraria ai figli degli immigrati, facciamo tante politiche inclusive. Napoli è una città di contaminazioni culturali ed etniche come Palermo. Siamo due fronti di prima linea del Mediterraneo: non siamo città respingenti ma includenti. Vedo che anche Orlando ha una grande sensibilità contro le politiche respingenti dei governi che ci sono state in questi anni che hanno trasformato e contribuito a far sì che il Mediterraneo rimanesse un teatro di sangue. In questo Napoli e Palermo possono dare un grande contributo a far ritornare il Mediterraneo, un mare di pace, solidarietà: il mare nostro”.
Ultima domanda: come si esce dall’emergenza della Terra dei Fuochi?
“La mia posizione sulla Terra dei Fuochi è chiara da sempre da quando facevo il magistrato, il parlamentare europeo e oggi il Sindaco: non va nascosta la verità, bisogna impegnare il Governo e la Regione a non fare solo retorica. Occorre mettere in campo tante risorse invece di fare operazioni molto discutibili che sanno tanto di campagna elettorale come quella che Caldoro ha fatto con il Presidente De Laurentiis. Forse sarebbe molto meglio impiegare le risorse disponibili per la bonifica, per le famiglie che hanno tanto sofferto. Dobbiamo bonificare i territori che sono stati massacrati e far ritornare la Campania “Terra del Fuoco” inteso come passione, come energia, come vitalità. Come Sindaco di Napoli, per far sì che non si creino mai più situazioni come la Terra dei Fuochi, ho chiuso le discariche e non consentirò mai più che ce ne siano altre in futuro. Abbiamo detto no agli inceneritori. Stiamo realizzando impianti di compostaggio, impianti alternativi. Su questo c’è un grande impegno perché in futuro non si possa più parlare di Terra dei Fuochi”.