Il tempo è galantuomo, nella vita come nel calcio. E Lorenzo Insigne lo sa molto bene. L’attaccante napoletano, dopo una serie di stagioni in cui o era condizionato da una posizione scomoda in campo o era stato prevaricato da altre individualità, è adesso finalmente in leader assoluto e il capitano in pectore del Napoli, la sua squadra del cuore.
A 26 anni l’ex attaccante del Pescara, dove esplose nella stagione 2011-12 sotto la guida di Zdenek Zeman, è l’uomo in più della squadra azzurra che adesso punta allo Scudetto. Il suo gol di sinistro contro l’Udinese nel match degli ottavi di finale di Coppa Italia, che è valso il passaggio della squadra azzurra ai quarti della competizione, ha certificato il suo recupero dopo una fase di stanca nella quale tra l’infortunio di Ghoulam e un’eccessiva dose di minutaggio il talento nato a Frattamaggiore ha accusato un calo fisiologico di rendimento.
Adesso che secondo le quote delle scommesse il Napoli è una delle squadre più quotate per vincere lo Scudetto è evidente che deve essere il miglior giocatore a disposizione colui che guidi la truppa alla vittoria. E in questo caso Insigne risulta essere diventato ormai piuttosto maturo per assumere tale ruolo. Dopo aver iniziato un periodo di pausa per un principio di pubalgia dopo aver giocato ben 60 partite da titolare, il numero 24 azzurro, che quando esce Marek Hamsik assume anche il ruolo di capitano della squadra, ha deciso di ricaricare lentamente le batterie per tornare poi con decisione e nel migliore dei modi, come dimostrato durante le sue veloci apparizioni contro il Torino in campionato e con l’Udinese in coppa. Ed è proprio con la squadra friulana che il folletto partenopeo si sbloccò l’anno scorso quando iniziò il suo periodo da titolare indiscusso. Prima della vittoria per 2 a 1 al Friuli nella stagione 2016-17, infatti, Insigne era stato molto intermittente e non disponeva ancora dello status autoritario e di calciatore fondamentale che possiede ora.
Da quel momento in poi, invece, la sua ascesa è stata imparabile, con una serie di gol e assist che hanno proiettato il Napoli nell’Olimpo del calcio europeo. Gli uomini allenati da Maurizio Sarri, infatti, sono tra quelli che giocano il miglior calcio del continente e divertono anche coloro che non tifano per loro. Al di là delle investiture di grandi intenditori come il tecnico catalano Pep Guardiola e il centrocampista appena ritiratosi Xabi Alonso, gli azzurri hanno dimostrato nell’ultimo anno di essere una squadra che predica un gioco armonioso e virtuoso, volto all’attacco e allo spettacolo.
Per Insigne sembra quindi essere arrivato il momento di comandare a casa sua. Lo spirito dello scugnizzo napoletano come capopopolo è sicuramente quello che serve al Napoli per provare a vincere qualcosa di importante dopo tanto tempo. Al sud, dove tutto si vive in maniera più intensa, coloro che sono nati e cresciuti in loco sono quelli che hanno la magia nelle loro mani. O nei loro piedi, come nel caso di Insigne.