Legambiente boccia il mare calabrese. Secondo le rilevazioni presentate stamane a bordo della Goletta Verde, l’imbarcazione che da giorni ormai si muove lungo le coste dello stivale monitorando lo stato di salute dei mari italiani, in Calabria l’80% dei monitoraggi risulta fuorilegge. ”Lo denunciamo da anni, lo ripetiamo anche stavolta: la depurazione in Calabria è un’emergenza. In 19 casi – spiegano i rappresentanti dell’associazione ambientalista – sui 24 punti monitorati lungo la costa calabrese, le analisi hanno evidenziato una carica batterica almeno due volte più alta di quella consentita dalla legge, con un giudizio di fortemente inquinato. E non è solo Legambiente a denunciare questa situazione – spiegano ancora – visto che nella nuova procedura di infrazione europea sul trattamento dei reflui urbani la Calabria si piazza tra le regioni peggiori in Italia, con ben 129 agglomerati urbani in cui vengono segnalate anomalie sulla depurazione. Per questo chiediamo alla Regione Calabria e a tutti gli enti locali di fare chiarezza innanzitutto rispetto agli oltre 700 milioni di euro stanziati dal 2000 per colmare le gravi lacune del sistema depurativo calabrese che non solo non hanno prodotto soluzioni reali al problema ma che rischiano di tornare a Bruxelles”.
Una denuncia forte dunque quella sollevata da Legambiente, che ha che fare con uno dei mali più atavici della Calabria: le disfunzioni nel sistema della depurazione. Nel caso della Calabria, come nelle altre rilevazioni di Legambiente, ”l’attenzione è stata focalizzata soprattutto alle foci e in tratti di mare sospetti segnalati dai cittadini, attraverso il servizio Sos Goletta”. Istantanee che pur ”non volendo sostituirsi ai monitoraggi ufficiali e non assegnando patenti di balneabilità” danno la dimensione complessiva di un problema che dovrebbe essere al primo posto dell’agenda politica di una Regione che dovrebbe fare del turismo la sua prima voce di introito economico. Scendendo nel dettaglio delle singole province sono sette i rilevamenti effettuati nel comprensorio di Reggio Calabria, soltanto due dei quali hanno dato esito positivo, mentre per tutti gli altri il giudizio è ”fortemente inquinato”. Cinque i punti monitorati nella provincia di Cosenza, tutti con valori inquinanti oltre il doppio di quelli consentiti. Tre invece i monitoraggi a Crotone, di cui due fortemente inquinati, cinque a Vibo Valentia, tutti ”fortemente inquinati”, e quattro a Catanzaro di cui due inquinati e due entro i limiti.