Il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto fu informato dai suoi sottoposti che le verifiche su eventuali pedinamenti compiuti da uomini dei servizi segreti avevano dato esito negativo. La nota di servizio con il risultato degli accertamenti gli fu consegnata a ottobre. Ma nonostante questo, nell’informativa sul caso Consip trasmessa ai magistrati tre mesi dopo, un intero capitolo fu dedicato proprio al ruolo che avrebbero avuto gli 007. Sono stati due carabinieri, interrogati dal pubblico ministero Mario Palazzi, a smentire la versione fornita dal capitano negli atti ufficiali. E il giorno dopo Scafarto ha ricevuto un avviso a comparire per falso. Accusa gravissima che adesso rischia di compromettere l’intera inchiesta e ha riaperto in maniera clamorosa lo scontro tra i magistrati di Roma e Napoli. Al di là delle smentite pubbliche, ieri è stato il capo dell’ufficio partenopeo a voler ribadire la fiducia nell’operato degli investigatori del Noe. Intervistato da Repubblica  Henry John Woodcock dice che la lite tra procure «non esiste». L’intercettazione attribuita dal carabiniere del Noe a Romeo anziché a Bocchino? «Un grave errore, senza dubbio, ma mi chiedo “cui prodest?”». La fuga di notizie sull’inchiesta Consip? «Uno scempio, e un gravissimo danno per l’indagine, solo un pazzo avrebbe potuto provocarla danneggiando il proprio lavoro». Un complotto contro Renzi? «Solo un folle potrebbe pensarci». La procura di Napoli colpevole perché non ha vigilato sul lavoro dell’ufficiale? «Ma per Napoli quelle carte sono tuttora un “interna corporis”, su cui la procura non ha compiuto alcun atto. Le ha passate a Roma». Sul caso Consip, intanto,  Matteo Renzi va all’attacco. «È finita la parte di quello che sta zitto e buono e dice:”va bene, chiariremo”». Renzi cambia registro, mentre gli ultimi sviluppi del caso Consip accendono il dibattito politico e rischiano di finire all’attenzione del Csm. L’ex premier affila le armi, prepara azioni giudiziarie e sottolinea «Se c’è stata una falsificazione di prove è una cosa grave. Ma non vivo di complotti». Lo afferma davanti alle telecamere di “Otto e mezzo” commentando l’inchiesta della Procura di Roma sul capitano del Noe Gianpaolo Scafarto, accusato di aver manipolato un brano dell’informativa alla base dell’indagine che vede suo padre, Tiziano, indagato per traffico di influenze. Sulla vicenda, il consigliere “laico” di Forza Italia del Csm, Pierantonio Zanettin ha chiesto l’apertura di una pratica in prima commissione. L’inchiesta sull’ufficiale, afferma il procuratore reggente di Napoli, Nunzio Fragliasso, rappresenta «un’iniziativa assunta, nell’ambito della propria autonomia decisionale, dalla Procura di Roma» e, soprattutto, «non ha alcun riflesso sulle indagini condotte dal Noe su delega di questo ufficio».