Quasi una campagna mediatica contro le case-famiglia. Quasi una lapidazione collettiva senza distinguo. È anche per porre l’attenzione dei media su case-famiglia che funzionano, che la sesta tappa del tour del garante dell’infanzia e dell’adolescenza, Diritti al futuro, si ferma a Santa Venerina, in provincia di Catania. Oggi, 10 marzo, Vincenzo Spadafora andrà nella casa-famiglia del paesino siciliano, una delle 300 circa che fanno capo all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII. Spiega il garante: «Questo tour sta raccontando l’Italia che opera per il bene comune, spesso per tamponare o convertire in positivo situazioni negative. Sulle case-famiglia è purtroppo in corso una campagna di disinformazione pesante. Non nego che ci siano realtà negative, sulle quali è importante intervenire quanto prima. Ma è anche vero che in Italia centinaia di case-famiglia e comunità educative danno ai minorenni accolti quello di cui hanno bisogno, mettendoli al riparo da danni profondi. Questa che visiteremo è molto speciale, perché ospita sia bambini e ragazzi, sia giovani ultraventenni: disabili, autori di reato, che soffrono di disturbi psichici o che hanno fatto uso di sostanze stupefacenti. A tutti viene data però l’opportunità di riscatto».
La casa-famiglia di Santa Venerina offre a bambini e adolescenti con situazioni di disagio famigliare e personale un futuro diverso e un presente denso di affetti e progetti. Ha la particolarità di operare in stretta connessione con altre realtà simili del territorio circostante. La cooperativa sociale Ro’ la formichina, collegata alla casa-famiglia, è lo spazio del lavoro: falegnameria, apicoltura… Il centro aggregativo diurno Geremia, invece, si occupa degli ex bambini della casa-famiglia, che una volta terminati gli studi, possono lì trovare spazio per la loro creatività e per il futuro lavoro. Ma anche con i due vicini istituti penali per i minorenni di Catania e Acireale è attiva da anni una proficua collaborazione. E altro ancora.
«Questo tour è un momento di ascolto forte dei ragazzi. È il modo per capire cosa si può fare anche nelle situazioni più difficili. La dignità del singolo deve essere sempre rispettata. Parliamo tanto di diritti, ma quando questi riguardano chi ha meno di 18 anni, il discorso si fa più labile. Con Diritti al futuro vogliamo ribadire i concetti base di una società civile: il rispetto del singolo, la cura, la difesa di chi ha bisogno di interventi». Un tour di successo, giudicando dal seguito registrato sui social e sul sito dell’Authority, dove è stata creata una pagina dedicata (tour.garanteinfanzia.org). Diritti al futuro è partito il 15 febbraio da L’Aquila e terminerà il 26 marzo a Roma. Le dieci tappe previste, sparse in varie regioni d’Italia, sono anche un viaggio nel variegato mondo dei più giovani: un modo per toccare temi forti, come la detenzione, la dipendenza, la violenza, l’integrazione, la vita nelle case-famiglia. Tutti però affrontati cercando le «buone pratiche», gli esempi, da diffondere e mettere a sistema.