Sono a rischio chiusura le aziende siciliane che producono acqua minerale e che, tra diretto e indotto, oggi danno lavoro a circa 800 dipendenti. A mettere in allarme le imprese, l’aumento dei due canoni, ossia quello sulla superficie di concessione e quello sull’acqua emunta, stabilito dall’art. 14 della legge di stabilita’ 2013, approvata dall’Assemblea regionale siciliana, lo scorso maggio. Il tema e’ stato al centro di un incontro, presso la sede di Confindustria Sicilia, tra i segretari regionali di Cgil, Ferruccio Donato, Cisl, Giorgio Tessitore, e Uil, Giovanni Sardo, Paola Parziale, direttore di Mineracqua, l’associazione di categoria che in Confindustria rappresenta le aziende che imbottigliano acqua minerale, e Giovanni Catalano, direttore di Confindustria Sicilia. ”Un aumento dei canoni nella misura prospettata per un prodotto ‘povero’ a basso valore aggiunto come l’acqua minerale – spiegano le imprese – non e’ sostenibile”. I nuovi canoni in alcuni casi sarebbero infatti di circa 10 volte superiori: un’azienda siciliana di medie dimensioni passerebbe da 40 a 600 mila euro di canone sull’acqua emunta e da cinquemila a 50 mila euro per il canone sulla superficie. ”Se si considera – aggiungono le aziende – che il margine medio del settore a livello nazionale e’ di 0,58% ante imposte e che in Sicilia si e’ gia’ tradotto in perdite di bilancio, diventa chiaro che un aumento non e’ sostenibile”. Il fatturato delle aziende siciliane che imbottigliano acqua minerale e’ di circa 69 milioni e nel 2011 il dato aggregato dei bilanci ha fatto rilevare una perdita di 1.384.000 euro. L’impatto dell’aumento del canone graverebbe per un altro 1.368.000 euro, con conseguente perdita di fatturato rispetto alle aziende concorrenti che commercializzano acqua minerale non emunta in Sicilia, ma che pagano ad esempio nelle regioni limitrofe canoni piu’ bassi, come in Calabria, Basilicata, Puglia e Campania. ”La conseguenza piu’ evidente – ribadisce Mineracqua – sara’ che le acque imbottigliate siciliane, una risorsa del territorio, valorizzate dalle imprese e apprezzate dai consumatori, saranno sostituite da quelle proveniente da altre regioni”.