Già in giornata si potrebbero capire le reali ripercussioni della polemica sulle presunte manovre del Quirinale per portare Mario Moniti a Palazzo Chigi già nell’estate del 2011. A Montecitorio si riunisce il comitato bicamerale chiamato a decidere sulla fondatezza delle argomentazioni con cui gli esponenti dei Cinque Stelle accusano Napolitano di attentato alla Costituzione. La pratica potrebbe esaurirsi in fretta, con l’archiviazione del caso voluta in primis da Pd. Ma potrebbe lasciare un segno il paventato veto contrario di Forza Italia che si aggiungerebbe a quello di M5S. Gli azzurri chiedono infatti un approfondimento e preferiscono non schierarsi più, subito e senza incertezze, per un no alla messa in stato d’accusa. Ma anche fuori dalla Camera il tema continua a tenere banco. Molti gli interventi televisivi dei protagonisti della vicenda, a partire dallo stesso Monti che, ad Agorà dice di essersi “chiarito” con il presidente Napolitano. L’ex premier ha anche detto di aver condiviso “parola per parola” la “impeccabile” lettera che lo stesso Napolitano ha indirizzato al Corriere della Sera definendo “fumo” le ipotesi di complotto. Il dossier si arricchisce infine di un altro capitolo, anche questo estratto dal cilindro del libro di Friedman: un piano-schock scritto da Corrado Passera per rilanciare l’economia nazionale, presentato al Colle prima che lo stesso Passera entrasse nel governo guidato da Monti.