Il nodo immunità continua ad alimentare polemiche tra le forze politiche, chiamate a disegnare il nuovo modello del Senato nell’ambito del progetto riformatore avanzato dal governo Renzi. Dopo gli scambi di accuse sulla paternità della linea – tratteggiata negli emendamenti comuni Pd-Forza Italia-Lega – favorevole al mantenimento dell’immunità anche per i futuri senatori, da scegliere tra consiglieri regionali e sindaci, crescono le voci favorevoli a una soluzione di compromesso: sì alla conservazione delle guarentigie anche per gli eletti a Palazzo Madama, affidando però alla Corte costituzionale il compito di vagliare le richieste dei magistrati nei confronti dei parlamentari. A favore dell’ipotesi Consulta si pronunciano tra gli altri il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, il relatore del provvedimento a Palazzo Madama e maggiorente della Lega Roberto Calderoli (il quale tiene a puntualizzare che “il governo era assolutamente al corrente della vicenda sull’immunità”) e il dirigente del Nuovo centrodestra Gaetano Quagliariello. Per Calderoli il problema è rappresentato da Forza Italia: “Non li vedo assolutamente convinti”.
A nome degli azzurri, Anna Maria Bernini, vicepresidente vicario del gruppo a palazzo Madama, sposta il tiro sui bancha democrat: “Ancora una volta la confusione del Pd sull’immunità rallenta le riforme. La posizione di Forza Italia è chiarissima, politicamente e giuridicamente: se il Senato, come la Camera, è eletto dai cittadini l’immunità ci sta, altrimenti non è indispensabile. Indispensabile è che il Pd si chiarisca le idee”. Ad abbassare i toni della querelle, alla vigilia dell’incontro col Pd sul tema riforme, non pensa affatto il Movimento 5 Stelle: “Il M5S da sempre è contrario all’immunità dei parlamentari, e da anni promuove il ‘Parlamento pulito’. Il recente testo del ministro Boschi costruisce un Senato di nominati, sindaci e consiglieri regionali a cui, solo come contentino al popolo, si toglie l’immunità per rendere più passabile la porcata”, puntualizzano i gruppi M5S di Camera e Senato in un intervento pubblicato sul blog di Beppe Grillo.
“Noi – continua la nota – abbiamo rigettato in toto la sconcia proposta con il semplice emendamento 6.5: ‘sopprimere l’articolo’. Anche perchè nessun gruppo parlamentare, né tantomeno il governo, ha proposto di abolire l’immunità ai rappresentanti alla Camera: Genovese, Galan e molti altri ringraziano. La stampa non ha perso occasione per riassumere la vicenda nel modo più comodo al governo: ‘Il M5S vuole l’immunità parlamentare!’. Figurarsi: abbiamo già predisposto anche la proposta per abolirla in toto in entrambe le camere. Chiunque sostenga quindi che il MoVimento ‘è a favore dell’immunità parlamentare’ non solo dimostra ignoranza assoluta sui temi e le battaglie che il M5S sta combattendo da sempre, ma fa sospettare il dolo”. In ogni caso, assicura l’esponente democrat e presidente della commissione Affari costituzionali del Senato Anna Finocchiaro, il cammino delle riforme non si ferma: “Se qualcuno pensa che la questione dell”articolo 68 e le polemiche che sono seguite possano servire a ritardare l”approvazione del testo è fuori strada. Il mio impegno era e rimane quello di portare in Aula la riforma del Senato entro il 3 luglio”.