Il nostro Paese sta passando un momento particolarmente difficile in tema di immigrazione. Quando la situazione generale diventa critica, vi possono essere strumentalizzazioni e se ne approfitta per compiere azioni criminose. E’ di oggi la notizia di un gruppo di Forza Nuova che a Treviso sfonda una recinzione, spacca una finestra ed entra in un appartamento a piano terra, dove ci sono gli oggetti ancora non portati negli appartamenti di alcuni africani richiedenti asilo politico.
Almeno sei televisori vengono ammucchiati in mezzo alla strada e dati alle fiamme. Il resto viene portato nel prato accanto al campeggio improvvisato. A quanto riportato dai quotidiani nazionali, la motivazione sarebbe: “Noi siamo qui per difendere gli italiani ed i nostri confini. Questa è Italia, non Africa”. Tensioni anche sulla Cassia a Roma, precisamente al Casale San Nicola, per l’arrivo di un centinaio di rifugiati che saranno ospitati nel centro di accoglienza allestito nell’ex scuola Socrate. I residenti sono sul piede di guerra, da tempo, supportati da Casapound. .
A prescindere dall’accaduto, durante gli ultimi decenni, di fatto, l’Italia è stata trasformata da nazione di emigranti a paese scelto per l’immigrazione di massa. Questo cambiamento ha portato a tensioni politiche e sociali che sempre più di frequente purtroppo stanno sfociando nella violenza. Con l’economia italiana in crisi, la Lega Nord è riuscita a presentarsi come il “difensore dell’italianità” e il Paese sta man mano scoprendo di essere xenofobo ed intollerante. Ogni immigrato è o un criminale o un potenziale criminale, argomentazione inaccettabile perché in Italia sappiamo tutti di avere un forte controllo del territorio, da nord a sud, da parte delle organizzazioni mafiose. Se il problema dell’immigrazione non si affronta con responsabilità ed efficacia l’Italia potrebbe ritrovarsi a dover affrontare problemi di sicurezza nazionale che hanno portato alle rivolte di Parigi già nel 2006.
Con la seconda generazione di extracomunitari, l’Italia rischia di entrare in un periodo di turbolenza sociale perché non possiamo permetterci di mettere in mezzo alla strada, esclusi dalla società, quattro milioni di persone che vivono in mezzo a di noi. Sull’immigrazione occorre riflettere con molta profondità senza pregiudizi e con soluzioni ampiamente condivise.