“Decisioni concrete possono essere prese se c’e’ la volonta’ politica di mettere in atto alternative alla traversata del mare. In altre parole, bisogna dare ai richiedenti asilo un’ulteriore possibilita’ anziche’ lasciarli alla merce’ dei trafficanti”. All’indomani di una nuova tragedia del mare la presidente della Camera Laura Boldrini, intervistata dalla Stampa, riflette cosi’ su quanto l’Unione europea potrebbe fare per i migranti.
“Va sicuramente in questa direzione il ‘resettlement’: vuol dire fare domanda d’asilo presso l’Unhcr nei Paesi di transito, come la Libia”, afferma e ribadisce che Mare Nostrum “da sola non basta, perche’ cura i sintomi, non la malattia. La malattia va ricercata nelle motivazioni della fuga, ed e’ li’ che bisogna agire con piu’ efficacia: nel rilanciare i negoziati di pace, nel rafforzare i processi di democratizzazione, nel porre le basi per uno sviluppo sostenibile dei Paesi piu’ svantaggiati”. E anche Frontex presenta limiti perche’ “non prevede il monitoraggio e il soccorso in mare, ma solo il controllo delle frontiere esterne. Recentemente ha anche recepito il principio del non respingimento in mare dei rifugiati”.
Boldrini invita quindi ad una “collettiva assunzione di responsabilita’: il Mediterraneo non puo’ rimanere sguarnito”. E sottolinea: “l’onere delle conseguenze delle guerre non puo’ ricadere solo sui Paesi poveri confinanti”. Si sofferma poi sulle tensioni tra l’Italia e gli altri Paesi europei, che accusano Roma di non offrire un’assistenza adeguata e favorire il trasferimento di profughi negli altri Stati: “In questa contestazione vi e’ anche un monito: se noi vogliamo ottenere piu’ condivisione e sostegno europeo per il soccorso in mare, dobbiamo fare la nostra parte nell’accoglienza”.