«Le quote obbligatorie non si possono fare, manca la base giuridica». Non senza rammarico, una fonte europea ammette il limite più grave della strategia che la Commissione intende presentare il 13 maggio per tentare di dare all’Unione una vera politica comune dell’immigrazione. Il presidente Juncker ha promesso una soluzione che coinvolga tutti gli Stati nello sforzo di affiancare l’Italia nel salvare chi attraversa il Mediterraneo – «un errore lasciarla sola» – e provvedere a una distribuzione equa di chi ha il diritto di restare. «Dovrà essere un sistema volontario – spiegano più fonti -. Ma la nostra intenzione è che la formula assomigli il più possibile a qualcosa di inevitabile». Si sente parlare di «moral suasion», di mettere le capitali nella condizione di non poter rifiutare. «L’accoglienza è una competenza nazionale», ricordano alla Commissione, dove ieri i servizi si sono affrontati in una riunione parecchio vivace. C’è un testo aperto che circola, da definire nel fine settimana. L’ambizione di Juncker, e del responsabile agli Interni Avramopoulos, è tutelare la dignità dell’Ue. Nei loro quartieri si ritiene che gli orientamenti del vertice di due settimane fa siano stati «insufficienti». L’intenzione è di prendere i governi per la giacchetta e spingerli a fare di più per quella che appare loro «una catastrofe umanitaria strutturale».