Politica interna
Matteo Renzi – Ha annunciato che il 19 gennaio, in occasione della mozione di sfiducia presentata alla Camera dalle opposizioni per la vicenda salvabanche, si presenterà direttamente in Aula per parlare con “molta chiarezza e determinazione” di quello che il Governo ha fatto fino ad oggi e di quello che intende fare nel futuro prossimo. In particolare il Consiglio dei Ministri del 15 gennaio segnerà un passaggio fondamentale per la riforma della pubblica amministrazione, con i decreti attuativi in arrivo che tra le altre cose dovrebbero portare da cinque a quattro i corpi di polizia e tagliare in maniera significativa le aziende partecipate. Il Premier ha poi fatto nuovamente cenno al referendum confermativo sulla riforma del Senato, con cui “a decidere se il nostro progetto va bene o no saranno semplicemente gli italiani, e nessun altro”. Infine Renzi ha svelato che a breve saranno resi pubblici i progetti d’investimento nel nostro Paese di due player globali.  
M5S – Sembra essere a un punto di svolta il caso dell’amministrazione pentastellata di Quarto, finita al centro del dibattito politico nazionale dopo la pubblicazione di intercettazioni che documenterebbero il ruolo attivo di supporto al Movimento da parte della camorra alle ultime elezioni comunali. Un assessore direttamente coinvolto nei nastri si è già fatto da parte, ma il Pd continua a chiedere le dimissioni del sindaco Rosa Capuozzo, mentre ieri anche Roberto Saviano ha chiesto il passo indietro, perché in caso contrario il “M5S aggiungerebbe una blackstar al suo simbolo”. Ieri a Milano si è svolto un vertice alla presenza di Casaleggio e i big Di Maio e Fico e un annuncio ci sarà a breve tramite il blog di Beppe Grillo. Nel Movimento prevale la cautela, intanto però il sindaco di Parma Pizzarotti ha firmato una petizione di supporto assieme ad alcuni amministratori locali, convinti che il sindaco non debba cedere alle pressioni.           
Politica estera
Germania – Dopo lo shock di Capodanno per le molestie di massa di Colonia, la Germania prova a rialzare la testa con un raduno pacifico proprio sulla scalinata del Duomo di Colonia in difesa della libertà delle donne. A far crescere la tensione qualche ora dopo sono però arrivati i cortei contrapposti del movimento xenofobo di Pegida e della sinistra anti-razzista. In particolare la polizia ha dovuto disperdere con gli idranti i manifestanti di estrema destra dopo il lancio reiterato di oggetti e il ferimento di tre agenti. Intanto Angela Merkel ha ribadito la linea dura del Governo, promettendo una “risposta chiara” agli “atti criminali e ripugnanti” di Capodanno. La Cancelliera ha annunciato alcune proposte da sottoporre all’opposizione che introducono maggiori poteri di controllo da parte delle forze dell’ordine e facilitano le espulsioni per i rifugiati che commettono reati, oggi non consentite per condanne sotto i tre anni.
Libia – Mentre si diffondono inquietanti report sulla rapida diffusione dell’Isis a Sirte e sulle coste del Paese, il Paese rimane politicamente precario anche dopo l’accordo per la formazione di un Governo unitario raggiunto con la mediazione dell’Onu. Il Premier designato, Fayez Al Serraj, è sfuggito a un’imboscata tesa contro il corteo di auto che lo scortava all’aeroporto di Misurata. Un posto di blocco, sembra gestito da uomini vicini a Abu Sahmain, presidente del parlamento di Tripoli vicino ad essere dimissionato, è diventato il teatro di una violenta sparatoria, costringendo Al Serraj a una rapida fuga.    
Spagna – Il cammino indipendentista della Catalogna è ripartito in extremis, a poche ore dalla scadenza del termine legale per evitare nuove elezioni, con il passo indietro di Artur Mas, così come richiesto dalla sinistra radicale della Cup, che nel parlamento regionale ha fatto pesare i suoi dieci seggi. Le forze politiche hanno così indicato come futuro presidente della Catalogna il sindaco di Girona, Carles Puigdemont, a cui spetterà ora il compito di portare avanti il processo d’indipendenza che dovrebbe concludersi nel 2017.   
Economia e finanza
Commissione Ue – Intervistato dal Corriere, il lettone Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ammette che nel nostro Paese la ripresa è arrivata, ma ribadisce che la priorità ora deve essere il suo consolidamento, visto e considerato che la flessibilità di bilancio, richiesta da Roma e già accordata per uno 0,4% di Pil nel 2016, resta “a tempo”. Sulle recenti tensioni con l’Esecutivo italiano in merito al decreto salvabanche, Dombrovkis si mostra conciliante e riconosce l’impegno serio dell’Italia nel fronteggiare il problema dei crediti deteriorati e rafforzare la struttura del settore bancario; inoltre apprezzate restano “le misure prese lo scorso anno come la riforma delle banche popolari e le modifiche fiscali”.  
Pa – Secondo uno studio della Cgia di Mestre, le conseguenze sull’economia dell’inefficienza della pubblica amministrazione supererebbero quelle derivanti dall’evasione fiscale.  A fronte di un’evasione annua pari a 120 miliardi, infatti, lo Stato trattiene sotto forma di debiti nei confronti dei fornitori circa 70 miliardi, mentre il deficit logistico-infrastrutturale si porta via altri 42 miliardi. Seguono poi 31 miliardi di gravami burocratici sulle Pmi, oltre ad altre decine di miliardi sottratti al sistema da sprechi, corruzione e ritardi nella giustizia civile.