Si fa sempre più complessa e allo stesso tempo confusa la situazione che riguarda l’ex Ilva di Taranto. Cl sono ministri come Boccia che chiedono un intervento pubblico, ministri come Gualtieri che da Bruxelles dice che non esiste al momento questa ipotesi perché l’unica strada al momento «è far tomare Mittal che deve mantenere gli impegni», ci sono i sindacati che invece con Landini vedono come possibile un intervento di Cassa depositi e prestiti «al 20 o al 30%», ipotesi che però potrebbe essere bocciata dalle regole dell’Unione europea. AI momento sembra che la trattativa con Mittal non esista più, non ci sono altri appuntamenti o incontri fissati fra il governo e ll gruppo indiano. A Taranto Giuseppe Conte ha ammesso: «Non ho la soluzione sindacatl in tasca, in questo momento ll dato di fatto è che Mittal restituisce la fabbrica». Giuseppe Conte incontra gli operai dell’ex Ilva a Taranto e non nasconde le difficoltà del momento, ricordando che è aperto 24 ore su 24 un gabinetto di crisi sulla vicenda. «Nei ptossimi giorni vedremo come andrà la situazione, non ho pronta una soluzione ma qualsiasi situazione può diventare anche una opportunità», sottolinea il premier.

Gli effetti sul Governo

Nessuno vuole andare a votare, ma tutti temono che la corda, a forza di tirare con energia pari e contraria, finirà per spezzarsi. L’avvertimento di Luigi Di Maio sul caso Ilva ha fatto scattare l’allarme al Nazareno, dove Nicola Zingaretti è costretto più volte al giorno a placare e rassicurare: «lo non voglio in alcun modo andare a votare». Ma il segretario è tormentato e legge i segnali che arrivano dal M5S come mine sulla coalizione. L’ultimo è il proclama di Di Maio sulla natura del patto con il Pd: «A livello nazionale non è un’alleanza, ma un governo che mette insieme i voti perché non abbiamo raggiunto il 51 per cento dei consensi». Parole inconciliabili con la strategia di Zingaretti, che guarda a un’alleanza strutturale con il M5S. Se i rapporti sono questi, come avverte il vicesegretario del Pd Andrea Orlando, rimasto fuori dal governo, «qualunque problema rischia di trasformarsi nell’incidente fatale». Eppure, ecco che Di Malo di nuovo tira la corda e avverte: se il Pd presenta un emendamento che reintroduce l’immunità per vertici di Arcelor Mittal, «c’è un problema per il governo». I numeri al Senato sono a rischio e la ex ministra del M5S Barbara Lezzi, che guida la fronda dei nemici dello scudo, non ha intenzione di recitare il mea culpa.