L’incontro tra il governo ed ArcelorMittal inizia poche ore dopo una nuova potente iniziativa della Procura di Milano, schieratasi al fianco dei commissari Ilva nel contenzioso. Gli stralci dei verbali delle testimonianze contengono elementi di coerenza con la linea del governo, secondo il quale l’abolizione dello scudo penale non è la vera causa della disdetta contrattuale, e indirettamente finiscono per indirizzare il confronto serale a Palazzo Chigi. Sul tavolo è centrale la questione dei 5mila esuberi paventati dal gruppo, sui quali l’esecutivo potrebbe far valere una penale che vale fino a 750 milioni.Il vertice è iniziato in forma ristretta, solo con il premier, i ministri Roberto Gualtieri (Economia) e Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e i vertici indiani della multinazionale, il Ceo LakshmiMittal e il Cfo Aditya Mittal. Solo dopo quasi tre ore si è aggiunta anche l’a.d. di Arcelor Italia, Lucia Morselli. Già il fatto che le parti non abbiano rotto è una notizia. Significa che si stanno esplorando tutti i margini per risolvere la vertenza, che si è entrati nei dettagli della richiesta di recesso, che a questo punto potrebbe anche essere ritirata da parte di ArcelorMittal. La riunione fiume, la seconda del governo direttamente con la proprietà di Arcelor, è dunque servita a qualcosa. In particolare si è discusso delle condizioni alle quali la multinazionale dell’acciaio può fare un passo indietro e quali strumenti può mettere in campo lo Stato per aiutare il rispetto degli obblighi contrattuali. La trattativa principale a questo punto è sugli esuberi, il governo è pronto ad accettarne un dimezzamento rispetto all’ipotesi iniziale di 5.000, ma a patto che Arcelor rispetti pienamente continuità produttiva e occupazionale, bonifiche previste incluse. Alle 11 di sera le parti erano ancora a porte chiuse, finendo di limare la trattativa e il comunicato finale della riunione. Alla fine Conte dice che i Mittal «si sono resi disponibili ad avviare un confronto e un percorso condiviso, per arrivare a un nuovo piano industriale, con nuove tecnologiche. A questo punto si va verso un piano di transizione energetica, è stata valutata anche la possibilità di un intervento pubblico, abbiamo assicurato la disponibilità di una valutazione, anche con misure sociali d’accordo con le associazioni sindacali. Obiettivo è giungere al processo di accordo, con nuove tecnologie, e per questo chiederemo un rinvio dei termini processuali da parte dei commissari, posponendo l’udienza del 27 novembre».