Dopo 40 giorni di blocco davanti alla portineria C del siderurgico di Taranto, i trasportatori dell’Ilva attendono risposte dall’azienda in merito sia ai nuovi pagamenti che ai crediti pregressi. “Ancora non abbiamo visto un euro” commenta Wladimiro Pulpo, rappresentante dei trasportatori associati a Confindustria Taranto a poco piu’ di una settimana dalla chiusura dell’accordo con i commissari straordinari dell’Ilva. “Aspettiamo sino a giovedi’, poi decideremo che fare” aggiunge Pulpo. I trasportatori tarantini hanno chiuso un accordo che prevede che sia corrisposto loro il 60 per cento di acconto sui nuovi servizi di trasporto, il saldo entro 30 giorni, e l’impegno dei commissari ad erogare una maggiore quota di risorse sui crediti pregressi. Al contrario delle organizzazioni nazionali, che hanno invece firmato un’intesa che prevede che l’acconto sia dell’80 per cento e il saldo sempre entro 30 giorni, i trasportatori di Taranto hanno chiesto e ottenuto dall’azienda una riduzione del 20 per cento dell’anticipo in cambio di piu’ soldi sil pregresso.
Le imprese del trasporto, infatti, giudicano vitale per la loro continuita’ operativa entrare in possesso in tempi brevi della liquidita’ che l’Ilva, per la nota crisi finanziaria, non ha corrisposto loro nei mesi scorsi. Invece, per i nuovi pagamenti l’Ilva si e’ impegnata a farli decorrere, con la formula dell’anticipo, dal 15 marzo. Tale sistema restera’ in vigore sino ad agosto. Non tutte le organizzazioni del trasporto hanno pero’ accettato l’intesa. Fiap Trasporto Unito, per esempio, l’ha contestata e annunciato azioni legali a difesa degli interessi della categoria. E nei prossimi giorni anche Confindustria Taranto tornera’ a fare il punto della situazione con l’Ilva. “Vogliamo vedere come l’Ilva riparte sul piano industriale e del lavoro ora che il decreto e’ stato convertito dal Parlamento e la legge e’ da qualche giorno sulla Gazzetta Ufficiale” afferma il presidente di Confindustria Taranto, Vincenzo Cesareo. In sostanza, imprenditori e trasportatori dell’indotto sono in attesa di vedere i primi passi dei commissari ora che c’e’ la legge, la numero 20 del 4 marzo scorso, che sblocca una serie di risorse importanti per l’amministrazione straordinaria a cominciare dai 156 milioni dell’accantonamento Fintecna che dovrebbero essere la parte piu’ immediatamente esigibile.
Anche i sindacati metalmeccanici vogliono fare con l’azienda un punto di situazione partendo dall’altoforno 5 la cui attivita’ sara’ fermata giovedi’ prossimo per i lavori di rifacimento prescritti dall’Aia. I sindacati, in particolare, vogliono sapere dall’Ilva quando partono effettivamente i lavori all’altoforno 5, quanto dureranno, quali sono i piani organizzativi, se c’e’ o meno la possibilita’ di anticipare il riavvio dell’altoforno 1 previsto invece per agosto, in modo da non tenere per almeno quattro mesi il siderurgico ad un regime minimo con solo due altiforni in attivita’ – il 2 e il 4 – e quindi con un drastico calo della produzione di ghisa. Il blocco di due altiforni, inoltre, si ripercuoterebbe a valle con lo stop dell’acciaieria 1 e determinerebbe infine un maggiore ricorso ai contratti di solidarieta’ rinnovati nei giorni scorsi per tutto il 2015 per un tetto di 4.074 unita’ di Taranto.(