Spatolate di colore per sguardi di esseri umani sospesi tra quotidianità e sogno, tra dolore e speranza, tra luci ed ombre. E’ la vita la protagonista delle opere di Mario Ferrante, pittore e scultore romano di nascita brasiliano d’adozione, con atelier a Benevento, da oggi in mostra alla «Georgia Galerie» di Berlino con «Ventre molle, Napoli come Rio». C’è infatti, al di là della suggestione, un filo che lega l’umanità brulicante dei quartieri spagnoli o dei vicoli del centro storico del capoluogo partenopeo a quella delle spiagge di Bahia o delle favelas di Rio de Janeiro.
Sono le contraddizioni della società a rendere uguali due luoghi dove il calore del sole sembra cancellare la povertà e la suadade, dove il colore di Ferrante fa sentire l’odore del mare e mette in evidenza la voglia di vivere dei mariuoli come dei meninos de rua, delle vaiasse come delle grandi madri il pathos di quel «Ventre molle» di due città così lontane eppure così vicine. Mario Ferrante, già apprezzato a Berlino, in Sudamerica e a Roma, ha fondato il movimento denominato «Iconico-Alchemico» che ha lo scopo di proporre un atteggiamento artistico culturale che si colleghi alla più genuina tradizione italiana delle «botteghe d’arte» dove lo studio filosofico nella costruzione di un’opera passa attraverso l’analisi scientifica e tecnica. Per questo l’artista, da più di 30 anni dirige un atelier d’arte, curando la formazione di bambini, giovani e adulti con la vocazione della pittura e della scultura.
Sar.Bir
fonte: Il tempo.it.