Il Tar del Lazio ha sospeso il decreto ministeriale che prevedeva di tassare il fumo elettronico. La normativa imponeva una tassazione del 58,5% sulle sigarette elettroniche e su tutti i prodotti ed accessori ad esse correlati.
L’Associazione Anafe-Confindustria commenta attraverso le parole del presidente Massimiliano Mancini: “Questa prima valutazione espressa dal TAR del Lazio dà finalmente ragione alle nostre istanze, riconoscendo di fatto l’assurdità dell’imposizione fiscale e del regime di autorizzazione per le sigarette elettroniche che dal 1° gennaio scorso aveva bloccato il mercato”. Auspichiamo che nei prossimi giorni il Governo intervenga in via d’urgenza per permettere al settore delle sigarette elettroniche di consolidarsi e crescere visti gli ingenti investimenti fino ad ora sostenuti dalle imprese italiane e le migliaia di posti di lavoro in gioco. Anafe-Confindustria, aveva iniziato a lavorare per l’immissione in mobilità di oltre 900 addetti del settore e denunciato il rischio di una progressiva perdita di posti di lavoro per gli oltre 5.000 dipendenti oltre che l’inevitabile chiusura dei 3.500 negozi sparsi sull’intero territorio. Un passo obbligato, a detta di Anafe-Confindustria, a causa della mancanza di regolamentazione del settore, dell’eccesso di burocrazia e dell’insostenibile carico fiscale (che determina un aumento dei prezzi pari al 240%) introdotto dal Governo. Ad oggi, su oltre 120 operatori in Italia, nessuno ha avuto il via libera definitivo di AAMS, ciò anche in ragione del ritardo di 40 giorni della pubblicazione del Decreto stesso, censurato anche dalla Corte dei Conti in una lettera al Ministro dell’Economia.