I robot “esploratori” che indagheranno la superficie dei pianeti avranno la capacità di prendere decisioni autonome. Si tratta del progetto ADE – Autonomous DEcision Making in very long traverses, finanziato per tre milioni di euro nell’ambito del programma europeo Horizon2020 (SRC-Space robotics technologies) ed i ricercatori del gruppo di Meccanica Applicata dell’Università del Salento guidati dal professor Giulio Reina, ricercatore di Meccanica applicata alle machine presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione.
«Per i prossimi due anni saremo impegnati a studiare e progettare tecnologie innovative per aumentare la capacità di un rover(un “esploratore”) robotico di percorrere in maniera autonoma e sicura lunghi tragitti (anche chilometri per giorno) sulla superficie di un pianeta, per raccogliere dati di interesse scientifico», spiega Reina, «L’idea è quella di assegnare una meta di potenziale interesse al sistema di guida del robot, che dovrà poi – in maniera autonoma – pianificare la strada migliore e più sicura verso la destinazione. Il rover dovrà essere in grado di identificare i pericoli ambientali come superfici troppo irregolari o soffici, che potrebbero causare condizioni di permanente immobilizzazione e conseguente fallimento della missione. Prove sperimentali verranno effettuate nel deserto dell’isola di Tenerife, che presenta caratteristiche analoghe alla superficie di Marte. Tutte le attività saranno svolte sotto la supervisione dell’agenzia spaziale europea ESA, che potrà usare queste tecnologie per le future missioni ExoMars».
Del partenariato di progetto fanno parte aziende leader del settore areospazio come GMV (Spagna, capofila, coordinatore), Airbus (UK), ThalesAlenia (Italia) e Magellium (Francia), centri di ricerca di eccellenza come DFKI (Germania) e Joanneum Research (Austria), l’Università di Oxford e il King’s College di Londra.