“Riace e’ stata l’opera pubblica piu’ bella della Calabria, costruita accogliendo chi scappava dalle guerre. Non possiamo permettere che la distruggano”. Mimmo Lucano parla cosi’ della sua candidatura a consigliere di Riace, dove e’ stato sindaco per tre mandati e da dove ora e’ esiliato. “Non mi spaventa ricominciare dal zero”, dice in un’intervista a Repubblica. “Credo nel potere dei governi locali di cambiare le cose dal basso, puntando sulla partecipazione diretta. Un po’ come accade in Rojava. I curdi per me sono sempre stati d’ispirazione”. Lucano spiega di aver rifiutato una candidatura alle Europee: “La sfida e’ qui e io non mi sottraggo al confronto, ne’ ai processi, come hanno fatto alcuni ministri”, rivendica. “Non cerco immunita’. Ma inizio a pensare che ci siano cittadini di serie A e di serie B. Da quello che leggo, il sottosegretario della Lega, Armando Siri e’ accusato di cose ben piu’ gravi di quelle che imputano a me. Eppure lui e’ al governo, difeso dal ministro dell’Interno, io in esilio”. Sulle amministrative “e’ difficile fare previsioni. Siamo sempre stati eletti con percentuali crescenti di voti, ma gli eventi di questi mesi hanno creato sconforto e divisioni”, osserva Lucano. “In paese pero’ molti rimpiangono ‘il borgo dell’accoglienza’. Di certo ci impegneremo, perche’ e’ una sfida che va oltre il territorio. In tutta Italia c’e’ bisogno di umanita’. Per questo Riace e’ diventata un punto di riferimento”.