Nel mese di marzo è uscito il numero 401(gennaio-febbraio 2020- Anno XLVIII) della rivista Cristianità dedicato interamente a Giovanni Cantoni il fondatore di Alleanza Cattolica, scomparso il 18 gennaio scorso dopo una lunga malattia. Cantoni ha guidato l’associazione fino al 2016.
Il primo intervento, quello più corposo, sono proposte le Note biografiche, a cura di Francesco Pappalardo, direttore editoriale della rivista. “Gianni”, così veniva chiamato dai militanti della “prima ora”, nasce a Piacenza il 23 settembre 1938, si sposa con Sabina Rinaldi, da cui ha avuto quattro figli: Ugo, Lorenzo, Gemma e Ignazio.
Cantoni sarà ricordato soprattutto per aver fondato la famiglia spirituale di Alleanza Cattolica. Dagli inizi degli anni 1960 anima a Piacenza un gruppo di giovani intitolato a san Giorgio, poi lentamente il gruppo si sviluppa in Lombardia a Milano, intorno all’Università Cattolica del Sacro Cuore, in occasione dei moti studenteschi del 1968-1969. Qui inizia la storia di Alleanza Cattolica; Cantoni arriva a questa scelta dopo aver conosciuto altre strade spirituali, come quella del francese Jean Ousset o quella del professore brasiliano Plinio Correa de Oliveira.
«AC sarà – scrive Pappalardo – una realtà coesa ma senza strutture rigide, i cui elementi di raccordo fondamentale saranno le relazioni personali incentrate sulle riunioni settimanali di gruppi aderenti, detti ‘croci’ […]Alle riunioni si affiancheranno i ritiri periodici, che si svolgono su due giorni e integrano preghiera e studio, in un’alternanza di conferenze su argomenti politici e culturali da un lato, e la recita del rosario, la partecipazione alla Messa e la pratica dell’adorazione eucaristica dall’altro».
A fondamento della formazione spirituale dei militanti ci sono gli Esercizi Spirituali ideati da sant’Ignazio di Loyola e la devozione mariana. Pertanto, «la formazione dei militanti si basa, dunque, su una spiritualità fortemente mariana e ignaziana, su una cultura contro-rivoluzionaria e su uno stile fatto di studio rigoroso; di prudenza nell’azione, intesa come capacità di conservare il contatto con il reale […]». I militanti di Alleanza Cattolica devono acquisire degli “abiti” esistenziali buoni, compiendo metodicamente degli atti per autoformarsi e per formare gli altri, contribuendo alla Nuova Evangelizzazione. Non devono essere “ascoltatori”, ma “diffusori” di tesi: studiare e divulgare il Magistero della Chiesa, in particolare la Dottrina sociale.
Alleanza Cattolica non è stata fondata a tavolino, è cresciuta concretamente, attraverso la “carità intellettuale” proposta dai suoi militanti. Portata avanti da Cantoni in persona, «mediante un’instancabile attività di formazione e di propaganda lungo tutta la Penisola, animando singoli e gruppi, proponendo loro un itinerario pedagogico e comunicativo, formativo e informativo, e fornendo non soltanto dottrina o indirizzi civico-politici ma anche stimoli e linee di spiritualità che potessero animare l’impegno vissuto come autentica via di santità».
Cantoni non si stancava mai di ripetere per poter esprimere giudizi, occorre aver “ruminato sui fatti”, che vanno descritti come sono e non come vorremmo che fossero. inoltre invitava «alla pazienza storica e ai tempi necessariamente lunghi: bisogna combattere la Rivoluzione del proprio tempo, non quella del passato, senza mai rassegnarsi ma anche senza lasciarsi tentare da soluzioni avventuristiche, spinti dal desiderio disordinato di vedere i risultati nella storia».
Cantoni era sempre attento alla comunicazione, studioso di McLuhan, poneva ogni cura affinchè il suo messaggio fosse ben recepito, bisognava dire sempre la Verità e soprattutto verificare che venisse compresa. «Con la sua vita ha creato e trasmesso uno stile di vita, basato sul modo di vestire, sulla gestualità composta, sui toni, sull’”attenzione alla piccola etica, cioè a quell’etichetta che è incarnazione, nel vissuto quotidiano […]».
Come tutti gli uomini di pensiero Cantoni ha collaborato e frequentato diverse personalità. Ne ricordo qualcuna il gesuita fiorentino Florido Giantulli, lo scrittore Attilio Mordini, lo storico Franco Cardini, il saggista Silvio Vitale e poi Mario Marcolla, Alfredo Cattabiani. Incontra anche personalità straniere come Francisco Elias de Tejada y Spinola, ma soprattutto una grande influenza ha avuto sulla vita di Cantoni, l’amicizia con De Oliveira e la sua Sociedade Brasiliera de Defesa da Tradicao, Familia e Propriedade.
Cantoni ha collaborato con diverse testate giornalistiche e case editrici. Ricordo la sua collaborazione con il quotidiano, Il Secolo d’Italia per diversi anni, con la rubrica intitolata“Voci per un ‘Dizionario del Pensiero Forte”, poi con il mensile Il Timone. Infine i numerosi suoi scritti sono apparsi su diverse riviste nazionali e internazionali.
Fra gli innumerevoli autori avvicinati nei suoi studi, Cantoni considererà suoi maestri soprattutto il professore Plinio Correa de Oliveira e lo svizzero Gonzague de Reynold.
L’incontro con libro del professor Plino, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione è decisivo, in esso trova una risposta efficace ai problemi politico-religiosi personali e a quelli dell’ambiente politico-culturale in cui vive. Il testo è stato pubblicato dalla casa editrice Cristianità, e poi da Sugarco. Significativa l’introduzione di Cantoni, “L’Italia tra Rivoluzione e Contro-Rivoluzione”, per Oscar Sanguinetti è Il testo più importante di Cantoni. RCR, sarà sempre il testo base, come traccia di riflessione per i militanti di AC, che però non diventerà mai “il libro” o “l’unico libro”.
Dirà Cantoni, «come gli Esercizi spirituali sono un libro non da leggere ma ‘da fare’, anche RCR […] fa parte della ‘letteratura del fare’, è testo che orienta e definisce relazioni – meglio: orienta a definire relazioni – costituisce una ‘grammatica’ elementare delle relazioni dell’uomo sociale, della società, con Dio».
Successiva a questo testo è uscita la raccolta di articoli «La Lezione italiana’. Premesse, manovre e riflessi della politica di ‘compromesso storico’ sulla soglia dell’Italia rossa». In questo testo Cantoni compendia il suo lungo percorso di studio della componente “cristiana” della Rivoluzione, in pratica la storia dei cosiddetti“cattolici democratici”, come li ha definiti Antonio Gramsci.
Giovanni Cantoni prestò sempre attenzione alla comunicazione, alla “battaglia delle idee”, aveva ben presente l’esempio della scuola dell’apostolato di diffusione libraria del venerabile Pio Bruno Lanteri O.M.V. Pertanto nel 1972 fonda la casa editrice Cristianità e poi con la pubblicazione nel 1973 del primo numero dell’omonima rivista. Anzi con il numero zero, il cui editoriale è titolato Preghiera, azione, sacrificio, con un richiamo esplicito alla prima azione cattolica. Per la verità Cristianità, era stata preceduta da quattro numeri del ciclostilato “Il resto della Verità”, per uso esclusivo dei militanti.
Cristianità fino al 2008 è stata curata dal solo Cantoni. Una rivista che per volontà del suo fondatore doveva avere, una indiscutibile accuratezza, dev’essere inattaccabile, equilibrata, aggiornata e documentata, obiettiva, e soprattutto amore per la verità in tutti i contenuti. Gli articoli proposti negli anni hanno dato un duplice risultato: «da un lato, la serietà e il rigore richiesti agli autori hanno favorito la formazione di persone ben preparate e, fra l’altro, la nascita di una scuola storica al servizio dell’apostolato; dall’altro lato, da circa cinquant’anni, con regolarità, migliaia di persone sono state raggiunte da un messaggio ben articolato, caratterizzato da un tono intellettuale elevato e da una veste testuale ed esteriore accurata, e hanno ricevuto elementi d’informazione, d’interpretazione e di giudizio sui grandi eventi che interessano la vita della Chiesa, la politica internazionale e nazionale, la società, la storia, la cultura […]».
Nel 1985 sono nati anche i “Quaderni di Cristianità”, quadrimestrali,, nati come “retrovia” e “arsenale” di AC. L’esperimento va avanti per cinque numeri, poi si interrompe a causa di un elevato impegno logistico e finanziario. Attenzione l’associazione si mantiene esclusivamente con il contributo dei propri militanti e dalle eventuali libere donazioni. Naturalmente anche il lavoro e l’impegno dei singoli militanti, non ha nessuna retribuzione economica, «tutto questo costa tempo e fatica. Tempo e fatica sottratti al lavoro e allo svago». Tutto a maggior gloria di Dio,come si usa dire tra i militanti di AC.
Sostanzialmente la storia di AC s’intreccia inevitabilmente con la biografia di Cantoni.
«L’anticomunismo è stato il principale ‘coagulo’ culturale e politico dal quale partiva l’azione di apostolato di Alleanza Cattolica». Risalgono al 1975 le prime edizioni di un Quaderno su Il Comunismo, utilizzato come dispensa in decine di Seminari di Formazione Anticomunista (SEFAC) proposti in tutta Italia. Con gli amici del messinese ne abbiamo organizzato uno nell’estate del 2001 a Sant’Alessio.
Numerosi sono i convegni organizzati da AC sull’ideologia socialcomunista. Lo scopo era quello soprattutto di superare quei complessi dell’anticomunismo. Infatti l’obiettivo di questi seminari, convegni era quello di «offrire una dignità alla prospettiva anticomunista, superando il complesso d’inferiorità culturale e morale verso quell’ideologia allora dominante […]».
Per rimanere nel tema dell’anticomunismo, AC nel 1984 organizza un convegno internazionale insieme al CIRPO (la Conferenza Internazionale delle Resistenze nei Paesi Occupati) su Le resistenze dimenticate, insieme a Pierre Faillant de Villemarest, presidente del Cirpo.
Pappalardo ci tiene a precisare che Cantoni già a partire dal 1987, nel settantesimo anniversario della Rivoluzione Russa, sia nei Ritiri e poi nella serie di convegni: “Russia: tragedia e speranza”, aveva già previsto i cambiamenti in atto dell’Impero sovietico, pertanto la caduta del Muro di Berlino nel 1989, «coglie l’associazione un po’ meno alla sprovvista rispetto ad altri osservatori politici».
Da ricordare inoltre le varie campagne di sensibilizzazione a favore del Libano, animando il Comitato per la Libertà dei Cristiani Libanesi, poi analogo interesse nei confronti dell’Afghanistan contro l’invasione dell’Unione Sovietica all’alba del 1980. Infine l’impegno per la Polonia, anche per l’importanza assunta dal paese dopo l’elezione a Papa di Karol Jozef Wojtyla, dopo il colpo di Stato attuato dal generale Jaruzelski, che nel 1981 aveva messo fuorilegge il sindacato libero Solidarnocs.
Negli stessi anni Cantoni si accosta al tema dell’Islam, pubblicando un libro che anticipa, prima degli attentati dell’11 settembre 2001, la questione del fondamentalismo islamico e quello dell’immigrazione. Si tratta di «Aspetti in ombra della legge sociale dell’islam. Per una critica della ‘vulgata’ ‘islamicamente corretta’», pubblicato nel 2000 dal Centro Studi Cammarata, San Cataldo (CL).
Inoltre Pappalardo ricorda l’impegno di AC nei due referendum contro il divorzio e poi contro l’aborto. Si accenna anche agli anni di collaborazione con mons. Lefebvre e con la sua Fraternità San Pio X, grazie alla prudenza di Cantoni, nel 1981 viene interrotto questo rapporto, sette anni prima della scomunica del vescovo.
A questo proposito occorre sottolineare la particolare dedizione verso il Vicario di Cristo da parte di Alleanza Cattolica: “Cum Petro e sub Petro. Ciò ovviamente chiunque sia Pietro…”.
Sono tanti i “fronti” che AC cercherà di coprire, soprattutto quelli che riguardano la cosiddetta “IV Rivoluzione”, sfociata nel ’68, contrastando le ricadute del divorzio, dell’aborto, della pornografia, della rivoluzione sessuale, della droga e, negli anni 2000, dell’eutanasia, delle unioni di fatto e dell’identità di genere.
Un capitolo abbastanza vasto sarebbe quello che riguarda l’interesse di Cantoni per lo studio della Storia, addirittura da buon ricercatore, per primo, forse, ha individuato il fenomeno delle Insorgenze, quei movimenti di popolo contro la Rivoluzione francese e contro Napoleone. L’unica volta che il popolo italiano è insorto in massa. Una pagina di storia,letteralmente strappata dai cosiddetti pasdaran della storia ufficiale di stato.
Dopo le note biografiche seguono, i principali scritti di Giovanni Cantoni, curati da Oscar Sanguinetti, con un meticoloso indice dei volumi curati e della traduzione in volumi. Sempre sullo stesso numero viene pubblicata l’omelia durante le esequie di Cantoni da parte S. E. mons. Gianni Ambrosio, vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio. Segue l’elogio funebre di Giovanni Cantoni del reggente nazionale di AC, Marco Invernizzi.
Infine possiamo leggere alcuni interventi più significativi, in ricordo di Cantoni di alcuni militanti. Il numero di Cristianità si conclude con tutte le sante Messe in suffragio di “Gianni”.
Domenico Bonvegna
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