
Romilda era sulla spiaggia, in quel mare famoso. Quel mare cristallino dove i gabbiani volteggiano sugli scogli. Poco lontano dei giovani scherzavano in acqua. Era pure lei giovane. Non si sentiva giovane…chissà cosa era. Non poteva sapere. Non sapeva.
Una sera…mal di testa, stanchezza, ma cosa le succedeva?
–Dottore, mi dica. Ho un forte mal di testa. Cosa mi consiglia?
Il dottore: “Si metta a riposare. Prenda quell’infiammatorio che le prescrissi qualche giorno fa. Lo prenda e poi domani mi richiami alle 16:00. A presto!”.
Si mise a letto e seguì le indicazioni del medico. Inutile il farmaco che aveva preso: aveva anche la febbre. Una febbre che è arrivata a 38,5.
Aveva dolori muscolari diffusi…
Richiamò il medico: “Mi scusi, sono Romilda. Ho anche la febbre alta, ho una spossatezza infinita. Cosa devo fare?”.
E lui: “Signora Romilda, deve fare il tampone. Vedremo l’esito. Un saluto”.
Romilda fece il tampone. E nel pomeriggio, risultò “positiva”. E iniziò il suo isolamento: altri giorni chiusa nella sua stanza. E di nuovo un tampone. Questa volta era negativa.
Ora era fuori pericolo? No. Romilda era crollata. Aveva iniziato a farsi male, a procurarsi dei taglietti sulle gambe e sulle braccia. Quel suo dolore inespresso, le dava sollievo nel ferirsi con il rasoio. Era felice di provare dolore fisico. L’autolesionismo era la sua fonte di rivalsa sul Covid.
Non riusciva a smettere. E quel giovedì di fine agosto, chiamò Marco.
“Marco, vieni. Ho bisogno di aiuto. Infierisco su di me da giorni e giorni…vieni a vedere…”.
“Fermati. Non farti del male. Corro da te”.
Era la svolta. Romilda aveva avuto forza.
Marco disse: “Cara Romilda, ora dobbiamo iniziare un percorso di psicoterapia. I tempi saranno lunghi. Io ti sarò accanto…”.
E come quando in una atmosfera surreale due anime si incontrano, nella musica del silenzio, in parole inespresse ed espresse, tra rivoli di cielo, tra note soffuse…loro due ci riprovavano. Si lasciavano andare ad emozioni vere. Questa volta era per una vita intera.
Rosa Mannetta