Nessuna intenzione di fondare un partito politico: nell’incontro con la stampa per il bilancio di fine anno il premier Giuseppe Conte ribadisce che il governo andrà avanti fino alla scadenza della legislatura, fra tre anni. Il premier evita ogni aspetto che potesse provocare attriti nel governo e nell’opposizione. “No a gruppi in mio nome, destabilizzano” spiega. E “i parlamentari restino dove sono”. “Marceremo spediti però” giura. “Se cade il Conte bis non ci sarà un Conte ter, per carità!”. Discontinuità con il precedente esecutivo: “Cambieremo i decreti sicurezza” e “sull’immigrazione ora abbiamo risultati migliori”. Conte difende la la prescrizione di Bonafede. Ma su Matteo Salvini avverte: “Le sue idee sono insidiose”. Il leghista insorge: “Bugie sull’immigrazione”.
Aliquote Irpef “ridotte e rimodulate per il ceto medio”, processi più veloci per compensare gli effetti della nuova prescrizione, più infrastrutture e manutenzione. Sono le priorità per il rilancio dell’azione di governo indicate ieri dal premier Giuseppe Conte. Con la “benedizione” dell’intervento pubblico nei settori in crisi quando può risultare strategico: “Ma non è l’apertura al dirigismo o alle nazionalizzazioni”. L’Iva non cambia, ed è confermata la lotta all’evasione. “Tra le cose da fare solo due gradi di giudizio nel processo tributario”.
