“Cerco di concentrarmi sul lavoro, certamente saremmo degli stupidi se non avvertissimo una normale preoccupazione”. Lo ha detto il pm Nino Di Matteo intervistato dal Giornale Radio Rai riferendosi alle parole pronunciate dal boss Totò Riina al boss pugliese Alberto Lorusso il 26 ottobre scorso sul pubblico ministero impegnato nel processo Stato-mafia. “Non si tratta di semplici minacce ma di intenzioni omicidiarie a tutti gli effetti dichiarate a un altro detenuto perché vengano messe in pratica fuori dal carcere”, ha aggiunto il magistrato che ritiene “Riina comandi ancora”. “Fino a qualche anno fa – ha ammesso – risultanze precise investigative facevano emergere che i capi in libertà di Cosa Nostra non volevano prendere o non potevano prendere determinate decisioni se non acquisendo l’avallo e il consenso di colui che ritenevano il vero capo, cioè Salvatore Riina. Questa è la situazione che quanto meno fa sospettare che ancora oggi certamente Riina possa tentare di esercitare un ruolo di comando”. “Credo – ha concluso il pm – che la vicinanza di tanti semplici cittadini sia un motivo ulteriore di conforto e solidarietà che possa sopperire a qualche silenzio e perplessità di fondo e a qualche malignità di chi ha perfino messo in dubbio oggetto intercettazioni”.