“L’imbonitore” – come viene apostrofato dal centrodestra – riavvicina il centrosinistra. Il presidente del Consiglio Matteo Renzi presenta il primo di una serie di interventi pensati per rendere l’Italia, entro cento giorni, “più leggera”. Una prima conferenza stampa, irrituale, messa sotto accusa dalle opposizioni per un eccesso di promesse e la scarsità di dettagli. Un’offensiva su cui però sembra ricompattarsi però il centrosinistra.
BUSTA PAGA PESANTE – Il provvedimento più atteso, quello sulla riduzione del cuneo fiscale, è anche il più discusso. Sgravi fiscali sulle buste paga di lavoratori dipendenti – e assimilati – fino a 1.500 euro al mese. Per loro un aumento di circa 85 euro al mese, per un costo totale di dieci miliardi. “I soldi ci sono”, ah assicurato il premier, ma resta da capire dove. Circa sette miliardi dovrebbero arrivare dalla spending review, una parte si può rosicchiare dallo scarto tra deficit e pil – senza sfondare la quota del 3 per cento -, un’altra parte dalla riduzione del costo del debito, se lo spread rimane sotto quota duecento. “Perché limitarci nei sogni?”, ironizza il presidente dei deputati di Forza Italia Renato Brunetta. “Vista l’assenza di coperture vere l’asticella può essere spostata verso l’alto. Dormiremo meglio fino all’inevitabile ma purtroppo amaro risveglio”. Positiva, dopo giorni di freddezza, la risposta del sindacato: “Credo che sia molto positiva la scelta di intervenire subito sulla riduzione della tassazione per il lavoro dipendente. Vedo che il presidente ci ha ascoltato”, ha detto la segretario della Cgil Susanna Camusso. E anche la minoranza interna del Pd, sembra gradire. “La direzione di marcia degli interventi” è “giusta e utile”, spiega l’ex viceministro all’Economia Stefano Fassina.