La scuola al tempo della pandemia è la scuola a distanza. La scuola a distanza è detta DAD “didattica a distanza”. Ora è didattica digitale integrata, didattica integrata e sembra che la scuola sia attrezzata rispetto, alla emergenza Covid19. E’ così o è solo una parvenza? La situazione è problematica. Perché? Esiste il fronte dei genitori del Sì-Dad , di coloro che vogliono che i loro figli non debbano ritornare a scuola. Un padre dice: “Non porterò mio figlio a scuola. Non mi sento sicuro. Si parla di terza ondata, perché rischiare? Continuiamo con la Dad”. Uno studente, Alberto, afferma: “Io non sono pronto a rientrare in classe. Ho paura a stare in un’aula con 20 miei compagni di classe, per 4 o 5 ore, senza sicurezza…perché poi dovremo uscire da scuola… assembramento…prendere gli autobus…assembramento…ma potremo avere questi comportamenti? Andiamo ancora con la Dad, fino a che non saremo vaccinati tutti, in tutta Italia”. E poi, esiste il fronte del “No-Dad”. Quelli del no alla DAD, ne evidenziano la negatività: la maggior parte dei ragazzi è chiusa in casa, non socializza. I ragazzi oggi, da mesi sono lontani dalla scuola, dagli amici, dal cinema, dai concerti. Cosa esiste? Solo il mondo virtuale. Io ritengo che si debba recuperare la via verso il senso di umanità. Ripartiamo dai vaccini per tutti, da quelle semplici regole anticovid, dal recupero di attimi di quotidianità che non devono essere annullate per la confusione che noto. Una confusione che disorienta un’intera generazione di giovani. Non colpevolizziamo nessuno. E dovremo uscirne. Amelia Rosselli scriveva: “Una bicicletta in più per favore…”. Ne usciremo…
Rosa Mannetta