Da tre anni l’esecutivo annuncia maggiore flessibilità in uscita, ma di fatto i criteri non sono mai cambiati in modo significativo. Anche l’ultima legge di Bilancio è rimasta in linea con le precedenti, lasciando inalterati i requisiti per andare in pensione prima dell’età prevista dalla legge Fornero.


2. L’ANNUNCIO DEI 3 MESI IN PIÙ DAL 2027

La Cgil ha reso noto che dal 2027 potrebbero scattare 3 mesi aggiuntivi, portando l’età per la pensione di vecchiaia a 67 anni e 3 mesi, e la contribuzione richiesta per la pensione anticipata a 43 anni e 1 mese (42 anni e 10 mesi per le donne). Nel simulatore online dell’Inps, queste maggiorazioni erano già inserite: scoperta che ha scatenato la polemica politica.


3. DURIGON CONTRO L’INPS

Il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon (Lega) ha accusato l’Inps di aver diffuso “in modo improprio” le informazioni. L’istituto previdenziale, guidato da Gabriele Fava (vicino alla Lega), ha poi negato di aver introdotto i 3 mesi aggiuntivi. Tuttavia, il portale “La mia pensione futura” è stato bloccato per alcune ore “per manutenzione”, sollevando sospetti sulle reali motivazioni del fermo.


4. L’AGGANCIO ALLA SPERANZA DI VITA

Per legge, l’età pensionabile è correlata all’aspettativa di vita. Dal 2019, quando è esplosa la pandemia, l’incremento si è temporaneamente fermato o rallentato. Ma l’Istat prevede un nuovo aumento nel 2027, pari a circa tre mesi, e ciò potrebbe portare, di conseguenza, all’innalzamento effettivo dei requisiti pensionistici.


5. DALLE PROMESSE ELETTORALI ALLE MISURE REALI

Le iniziative volte a superare la legge Fornero (da quota 100 a quota 103) hanno progressivamente perso incisività. Le soluzioni proposte (come Opzione Donna o la possibilità di cumulare previdenza complementare e obbligatoria) si sono rivelate poco vantaggiose o accessibili a pochi. Nel frattempo, sono stati incentivati i lavoratori a restare in servizio (bonus Maroni), in direzione opposta alle promesse di flessibilità.


6. LO SCENARIO FUTURO

Con la popolazione attiva in calo per via del calo delle nascite e la speranza di vita in aumento, diventerà sempre più difficile anticipare la pensione. Le strade alternative restano limitate e, se la previsione dei 3 mesi aggiuntivi sarà confermata, il governo dovrà intervenire per riformare l’adeguamento automatico dell’età pensionabile. In caso contrario, i contribuenti rischiano un’ulteriore stretta sui tempi di uscita dal lavoro.

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