Nel 2025 si punta ad alleggerire la pressione fiscale sul ceto medio (in particolare sull’aliquota Irpef al 35%), ma resta aperto il problema dei 1.275 miliardi di tasse non riscosse. Il recupero, intanto, funziona per chi sceglie di “rottamare” le cartelle: nei primi 11 mesi del 2024 lo Stato ha incassato 4,6 miliardi, rinunciando a sanzioni e interessi.
Per trovare ulteriori risorse, il Governo sta valutando la possibilità di una “quintas” rottamazione, dopo il parziale flop del concordato preventivo biennale per gli autonomi (che ha portato 1,7 miliardi contro i 2,5 attesi). La Lega spinge per riaprire i termini, ma il rischio è che la proposta non passi se ritenuta estranea al Milleproroghe.
Nel frattempo, è già stata introdotta la possibilità di pagare le cartelle fiscali a rate fino a 7 anni, mentre dal 16 gennaio 2025 le partite Iva con redditi fino a 170mila euro sono chiamate a versare i saldi, anche a rate. Il viceministro Leo assicura che l’obiettivo resta “un fisco più collaborativo e sostenibile”, specie per i redditi medi.
